Recinzione tagliata, i ladri ci riprovano nello stesso parco fotovoltaico
Nel novembre del 2011 in contrada "Pesciamanti" scapparono via con sei videocamere di sorveglianza. Questa volta non sembra sia stato sottratto nulla e forse l'obiettivo non erano i pannelli, ma i cavi dell'impianto elettrico
GUAGNANO – Ci hanno riprovato a distanza di poco meno di un anno e quattro mesi, nello stesso luogo, dove già ignoti avevano messo a segno un singolare furto di videocamere di sorveglianza: ben sei ne furono sradicate nel novembre del 2011. Luogo: un immenso parco fotovoltaico, che si estende per parecchi ettari e che proprio per questo non è neanche semplice da sorvegliare. Il parco sorge in località “Pesciamanti”, contrada nelle campagne di Guagnano, da cui si accede proseguendo lungo la provinciale per Cellino San Marco.
L’impianto, che è di proprietà di una società milanese, oggi come allora è sotto sorveglianza della Velialpol e sono state proprio le guardie giurate dell’istituto di vigilanza privato ad accorgersi del tentativo di furto in atto.
Erano circa le 18 di ieri quando è scattato l’allarme. Le guardie giurate hanno perlustrato l’intero perimetro, fin quando non hanno trovato un punto della recinzione tagliato con qualche arnese. Un controllo all’interno, svolto insieme a un incaricato della società, ha permesso di verificare che questa volta non è stato sottratto nulla. Forse sorpresi dall’arrivo delle auto di vigilanza, i ladri hanno preferito battere in ritirata.
L’allarme è entrato in funzione perché nel perimetro interno vi sono alcune fotocellule che si attivano di fronte ad un’intrusione. Non è chiaro cosa, esattamente, intendessero rubare gli ignoti che si sono dileguati in pochi minuti, ma non è detto neanche che volessero sottrarre i costosi pannelli. Per un furto di quest’entità, occorre dotarsi di grossi e appariscenti camion e di mezzi simili non ne sono stati scorti nelle vicinanze.
E allora – ma è solo un’ipotesi -, può darsi che cercassero altro. Per esempio, il pozzetto principale della rete elettrica, da cui estrarre e letteralmente tirare via i cavi, da cui ricavarne rame. Si tratta di cavi piuttosto spessi e lunghi, che possono fornire parecchio “oro rosso”.
Nella “puntata” precedente, come detto, il furto fu davvero particolare e, probabilmente, propedeutico ad un colpo più sostanzioso: inerpicandosi per circa tre metri, i malviventi portarono via le videocamere. Ma l'alterazione del segnale video permise di scoprire la vicenda e, quindi, di evitare furti più ingenti.