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Cronaca

Guerra ai vandali: 3 denunce. In attesa dell'ordinanza

Tre studenti 21enni fermati dai carabinieri in piena notte, dopo aver effettuato delle scritte con bombolette in piazza Duomo. Il bivacco sta raggiungendo livelli intollerabili: si muoverà qualcosa?

Una città che vuole confrontarsi con altre realtà per ambire ad un posto in prima fila nel panorama turistico nazionale dovrebbe abbandonare i vuoti propositi, rimboccarsi sul serio le maniche ed iniziare a trasformare le parole in fatti. Da mesi si disquisisce di ordinanze sul decoro e nei giorni scorsi, da ultimo, con l'evidente perplessità del comandante della polizia municipale, costretto a fare i conti con una squadra che non vanta certo una panchina lunga, si era detto che l'ufficio della galleria Mazzini sarebbe stato finalmente riaperto e presidiato tutti i giorni dai vigili urbani.

La realtà dei fatti: i carabinieri, e l'episodio è della notte appena trascorsa, sono intervenuti per denunciare tre writer che hanno infangato con le loro scritte alcuni cartelli di piazza Duomo. L'intervento delle forze dell'ordine è giunto a seguito di diverse segnalazioni di residenti e commercianti, che più volte hanno manifestato la loro indignazione di fronte alle "spennellate" che puntualmente compaiono ogni notte. E questo episodio ha un solo significato: al momento la città è spesso fuori controllo e si è ben lontani da quell'esigenza dai più condivisa di ordine e tranquillità.

Questo non significa certamente che si debba dare una randellata sulle gambe della "movida". La "movida" è una risorsa economica fondamentale, una città che si anima di notte è un manifesto alla vitalità positiva. Il problema è che non tutti rispettano le regole. E qui rientra anche il discorso del posto di polizia municipale della Galleria Mazzini. Lecce è viva anche di giorno, soprattutto nel suo centro commerciale. Ma i negozianti denunciano: al di là dei propositi manifestati, l'ufficio è spesso vuoto e gli orari non sarebbero rispettati. Siamo passati a mezzogiorno, nel vivo della mattinata, per verificare: saracinesca mezza abbassata e stanza desolatamente vuota. Dentro la Galleria, decine di giovani accovacciati sui gradini. E ovunque, quelle scritte sui muri, che sembrano moltiplicarsi ogni giorno che passa.

Le scritte, appunto. La mancanza di rispetto per i luoghi più suggestivi della città è un segnale preoccupante, che coinvolge soprattutto i più giovani. Ed infastidisce sapere che non siano i classici delinquenti comuni, ma tre studenti di 21 anni, residenti a Lecce (uno originario di Galatina ed uno di Gagliano del Capo) ad essere sorpresi alle 2 di notte dai carabinieri della stazione di Santa Rosa. Infastidisce, perché a chi ha intrapreso una carriera di studi si chiede innanzitutto la conoscenza del patrimonio storico e la sua preservazione. La città sarà loro, in futuro. Dovrebbero avere l'orgoglio di chi si appresta a diventare geloso custode di mura che sono pagine di storia locale, e non esserne i primi dissacratori.

Nel caso in questione, i tre che hanno ricevuto il deferimento sono stati "pizzicati" in piazza Duomo, come si diceva. Erano accovacciati sui gradoni, con degli zaini in spalla. Intorno, su alcuni cartelli indicativi dei monumenti, scritte come "Ness1" e "Kekkino", che saranno presto rimosse e che si dovrebbero riferire a circuiti Internet, blog, video musicali fatti in casa e linee chat, secondo quanto spiegato dagli stessi carabinieri. Dentro gli zaini, le "armi del delitto": bombolette con vernice nera. Cosa rischiano ora? Per aver imbrattato immobili di interesse storico, la pena può andare fino ad un anno di reclusione e la multa raggiungere i mille euro. Una bravata che può costare molto cara, in tutti i sensi.

Che queste denunce possano rappresentare un deterrente? Molte vie del borgo antico, come evidenziato nelle foto, sono completamente avvolte da scritte. Non si risparmiano nemmeno le statue, come quella di Panzera, di fronte all'Anagrafe. E soprattutto fra Porta Napoli e lungo via Palmieri, il famoso bivacco che l'amministrazione comunale sostiene di voler combattere, è la norma da troppo tempo.

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