Prima la coca, poi quasi 80 chili di hashish interrati nel vivaio: patteggia cinque anni
Ha chiuso oggi il suo conto con la giustizia Cristian Roi, 39 anni di Copertino. Sarà, invece, giudicato in abbreviato l’altro uomo coinvolto nella stessa inchiesta, Gianluca Calabrese, di 34 anni
COPERTINO - Ha patteggiato cinque anni, più il pagamento di una multa di 30mila euro, Cristian Roi, 39enne di Copertino, per la vicenda iniziata lo scorso novembre con il sequestro di un'ingente quantità di stupefacenti e il ritrovamento, qualche giorno dopo, di altra droga sotterrata nel suo vivaio.
In mattinata, l’imputato è riuscito a concordare la pena, attraverso i suoi avvocati Daniele Scala e Alessandro Stomeo, con il giudice Sergio Tosi che ha inoltre accolto la richiesta di giudizio abbreviato per l’altro uomo coinvolto nella stessa inchiesta, Gianluca Calabrese, 34 anni, anche questo di Copertino. Per lui il processo, in cui sarà assistito dagli avvocati Scala e Ladislao Massari, si discuterà il 30 settembre.
Tutto ebbe inizio l’8 novembre scorso, quando i poliziotti arrestarono, in flagranza, i due uomini: uno aveva un chilo e 165 grammi di cocaina, l’altro circa mezzo chilo di cocaina e un altro mezzo di marijuana. Furono sequestrati anche 9 chili di hashish. Addosso a Roi, inoltre, furono trovati banconote per 26.540 euro e un block-notes contenente appunti, ritenuti legati all'attività di spaccio. Dieci giorni dopo, vi fu un’ulteriore perquisizione presso l’azienda florovivaistica gestita da Roi a Copertino. E qui, suddivisi in panetti e interrati in più punti, custoditi in bidoni in plastica, furono scoperti oltre 77 chili di hashish.
Le successive perquisizioni consentirono di rinvenire, nell'abitazione di Calabrese, dentro le intercapedini delle pareti, 17.700 euro in banconote di vario taglio, ma anche diverso materiale utile per il confezionamento dello stupefacente e apparecchiature elettroniche, disturbatori di frequenze (i cosiddetti Jammer), alcuni cerca-frequenze, video-telecamere, visori infrarossi, smartphone, hard disk, pc, cavetteria e altro materiale che potrebbe essere stato impiegato nel tentativo di eludere le attività d’indagine delle forze di polizia.
Lo scorso marzo, Roi, in considerazione dell’ulteriore droga trovata nella sua azienda, fu destinatario di un’ordinanza di custodia cautelare e, insieme a Calabrese, del decreto di sequestro preventivo, finalizzato alla confisca, di una somma pari a 44.240 euro.