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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca

Hashish nascosto tra i giochi e cosparso di caffè, l’arrestato: “Mai fatto prima”

Convalidato il carcere per il commerciante ambulante, arrestato quattro giorni fa. Per il giudice, l’indagato sarebbe inserito in un’associazione criminale dedita al narcotraffico, con il ruolo di corriere

LECCE - “E' stata la mia prima volta. Ho agito così solo perché non sapevo più come tirare avanti”, ha raccontato questo al giudice Mostafà Boudir, il commerciante ambulante di 46 anni originario del Marocco, residente a Ruffano, fermato quattro giorni fa sulla tangenziale ovest di Lecce alla guida di un’autovettura dove erano stati nascosti tra i giocattoli oltre tredici chili e mezzo di hashish.

L’uomo si è avvalso della facoltà di non rispondere durante l’interrogatorio che si è tenuto ieri mattina alla presenza dell’avvocato difensore Raffaele Benfatto, rilasciando però dichiarazioni spontanee con le quali ha sostanzialmente ammesso gli addebiti.

Così, all’esito del confronto, il giudice per le indagini preliminari Simona Panzera ha convalidato la misura cautelare in carcere, sostenendo nell’ordinanza che “la detenzione di un così ingente quantitativo di droga, occultata all’interno di un’autovettura e trasportata su pubblica via in orario serale, consente di ritenere l’inserzione dell’indagato all’interno di una compagine associativa criminale dedita all’attività di narcotraffico, con il ruolo di corriere della droga”.

La sostanza stupefacente era stata suddivisa in 134 panetti, di cui cinquantanove riposti in un cartone sul sedile posteriore e i restanti in un altro cartone nel bagagliaio della vettura, una Golf Volkswagen, occultata tra giochi di vario genere, e cosparsa con polvere di caffè per “ingannare” l’olfatto di unità cinofile. Ma il fiuto del cane anti droga dei finanzieri del comando provinciale si era spinto oltre e per il 46enne erano iniziati i guai.

Al termine della perquisizione, i militari, oltre all’hashish, avevano sequestrato il mezzo, i giocattoli e due smartphone e, su disposizione del magistrato di turno, avevano accompagnato Boudir nel penitenziario di “Borgo San Nicola”.

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