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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Terremoto giudiziario a Otranto / Otranto

“Hydruntiade”, bando “cucito” su misura: l’affare del mercato coperto nelle carte della Procura

Nel mirino degli inquirenti il progetto di rigenerazione per le incongruenze su volumetrie, delibere consiliari e società aggiudicataria, nata 24 ore prima dell’asta pubblica e con un legale rappresentante percettore di reddito di cittadinanza

OTRANTO - Un bando e un progetto “costruiti” su misura per una società costituita il giorno prima dell’asta pubblica e con 500 euro di capitale: è questa in sintesi l’accusa rivolta agli indagati nel caso relativo alla riqualificazione del mercato coperto di Otranto, vicenda entrata nelle carte di “Hydruntiade”, l’inchiesta che ha portato all’arresto di dieci persone, tra cui il sindaco dimissionario, Pierpaolo Cariddi, e il fratello ed ex primo cittadino Luciano.

Il destino della struttura, interessata da un progetto di “rigenerazione”, era stato oggetto di una lunga querelle politica tra i gruppi presenti nel consiglio comunale, con l’opposizione “Otranto è di tutti” che aveva apertamente parlato nei mesi scorsi di un’operazione “speculativa”: il tema era inevitabilmente finito anche nella campagna elettorale recente (quella di giugno che aveva riconfermato il sindaco uscente), alla luce di alcune verifiche operate dalla guardia di finanza nel plesso. Verifiche, appunto, citate nell’ordinanza e che hanno portato alla luce una serie di discrepanze e incongruenze su cui le indagini stanno provando a dare una ricostruzione.

Nella logica del progetto in questione, il vecchio edificio sarebbe dovuto essere abbattuto e ricostruito per diventare un luogo con attività commerciali e ludico-creative: le indagini, però, avrebbero riscontrato numerose contraddizioni, su cui gli indagati (sette, tra amministratori, imprenditori e tecnici, a vario titolo, ndr) di questo specifico capitolo dell’inchiesta dovranno chiarire per rispondere alle accuse mosse dagli inquirenti. Tutto sarebbe partito dall’esposto presentato dall’architetto Susini, teorico e redattore del piano regolatore di Otranto, e dalla rilevazione di alcune anomalie nella misurazione dell’edificio.

Secondo la Procura, infatti, sarebbe fallace il procedimento approvato in consiglio comunale, nell’aprile del 2021, che ha sancito la permuta alla pari e lo schema di contratto dell’operazione e tutto l’iter (svariate delibere, progetti di fattibilità tecnica ed economica, perizie di stima) che ha condotto all’aggiudicazione del bando, perché “viziato” da un’alterazione della volumetria dell’edificio: un espediente per bypassare il vaglio della Regione e che, stando alle indagini, serviva a determinare un incremento nel limite del 20%, da non considerare l’intervento in variante e, quindi, compatibile coi criteri del Prg, il piano regolatore.

In quella sede, si era anche disposto che la stipula del rogito notarile avvenisse al perfezionamento dell’aggiudicazione col trasferimento della proprietà dell’ex mercato coperto dopo la gara, per consentire alla società vincitrice di richiedere il permesso di costruire; e ancora che il rogito per la parte da cedere al Comune sarebbe stato rinviato, una volta completata la nuova costruzione, con la costituzione di una cauzione a carico dell’aggiudicatario pari  al valore dell'immobile da cedere, determinato in circa 820mila euro.

Il progetto stesso da “rigenerazione”, nel tempo, era passato a configurarsi come una “ristrutturazione” e con una parte consistente dell’immobile che sarebbe rimasto di proprietà privata. Ma le contestazioni delle indagini non si fermano alle mutazioni (plurime, ndr) della volumetria e alle ipotesi di “delitto di falsità ideologica negli atti pubblici”, che, peraltro, dimostrerebbero, secondo gli inquirenti, come l’operazione fosse preordinata allo scopo di favorire il privato aggiudicatario dell’appalto e di sottrarre la procedura al controllo di compatibilità regionale; nel mirino c’è lo stesso bando di aggiudicazione, vinto dalla Capitals srls, società costituita il 4 maggio 2021 (un giorno prima dell’asta pubblica del l 5 maggio 2021) con sede a Tricase, senza alcuna esperienza nel campo dell’edilizia, un capitale di appena 500 euro e nessun dipendente assunto, con legale rappresentante Roberto Andrea Ippati, 45enne di Poggiardo, e socio unico, Roberto Cappelli.

Sempre dalle indagini della Finanza, confortate dalle intercettazioni, sarebbe emerso che il recapito telefonico della società, intestato a Marco Sodero, socio della Gestam Group (operante nella gestione dei parcheggi) di Antonio Cappelli, fosse in uso a quest’ultimo, tra l’altro, fratello di Roberto, a sua volta, socio unico della società aggiudicataria del bando. E ancora che Ippati, oltre ad essere un tuttofare e un uomo di fiducia di Antonio Cappelli (il vero riferimento della Capitals, ndr), esercitasse il ruolo di prestanome per la società aggiudicataria del bando e, allo stesso tempo, risultasse percettore di reddito di cittadinanza. E ancora che il progetto sarebbe frutto del lavoro di un tecnico vicino all’amministrazione, ovvero l’architetto Marina Bello, già consulente di parte nel processo per gli abusi al Twiga: per la Procura, non una pura “casualità”, ma l’ennesimo esempio, come in altre situazioni già raccontate nell’inchiesta, del modus operandi dell’amministrazione idruntina, in quello che è stato definito “sistema Cariddi”. Tesi, che gli avvocati difensori delle persone travolte dall’inchiesta, si dicono pronte a smontare.

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