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Giovedì, 28 Marzo 2024
Cronaca

I genitori di Melissa Bassi ai cronisti: “Abbiamo sentito la voce dello Stato”

Nella prima uscita pubblica, Massimo e Rita Bassi, hanno commentato le evoluzioni investigative, ringraziando le forze dell’ordine e i magistrati. E su Vantaggiato poche parole: “Non è un padre”. Parla anche il preside Rampino

BRINDISI - “Una comunità colpita al cuore”. Con questa definizione, Mimmo Consales, sindaco di Brindisi, racconta lo stato d’animo della città che guida ed annuncia la probabile costituzione del Comune come parte civile nell'eventuale processo per strage che sarà celebrato a carico di Giovanni Vantaggiato, l’uomo di Copertino, reo confesso del grave attentato alla scuola Morvillo-Falcone.

Consales ha sottolineato come gli sviluppi della vicenda stiano confermando quanto sempre sostenuto, in riferimento, soprattutto, al fatto che non esistesse una pista mafiosa dietro l'evento criminoso: “Questo ci consente di ribadire a voce alta – ha dichiarato all’Ansa - che i tanti 'professionisti dell'antimafia’ che si sono alternati in ogni angolo del Paese, soprattutto davanti agli schermi televisivi e nei talk show nazionali, ancora una volta sono stati troppo affrettati nei giudizi espressi nei confronti di Brindisi, senza peraltro disporre di nessun elemento certo". "Noi brindisini – ha concluso - ci sentiamo offesi da questi atteggiamenti".

Ma ieri, soprattutto, è stato il giorno dei genitori di Melissa Bassi dinanzi ai microfoni, alle telecamere e ai giornalisti, nella propria prima e quasi certamente ultima uscita pubblica, dopo quanto accaduto il 19 maggio scorso. Con dignità e il volto ancora provato, Massimo e Rita Bassi, si sono presentati nell’aula consiliare di Mesagne per un breve commento alla luce delle decisive novità investigative, che hanno condotto all’arresto di Vantaggiato e alla sua rivendicazione dell’attentato.

È stato il padre di Melissa a rispondere alle domande dei cronisti, mentre la moglie, occhiali scuri, giacca nera e sguardo rivolto in basso, si è limitata a presenziare, dopo peraltro il lungo ricovero scaturito dal malore nel giorno dell'attentato. Nell’aula con loro, il sindaco, Franco Scoditti e l’avvocato Fernando Orsini.

Giustizia è fatta”. Sono state queste le parole quasi sussurrate ed emozionate, dette da Massimo Bassi a commento dell’arresto di Giovanni Vantaggiato, a cui non ha voluto indirizzare alcun messaggio specifico: "Non voglio dirgli niente – ha affermato nelle dichiarazioni raccolte dall’Ansa -, non voglio incontrarlo, per me non esiste”. E a chi gli chiede se in questi casi sarebbe necessaria la pena di morte, il padre di Melissa risponde: "A che serve? Lui ha già 68 anni".

La famiglia Bassi non vuole pensare all’attentatore: "Lui e solo lui - ha aggiunto Massimo - sa quello che ha fatto, e perché lo ha fatto". L’avvocato Orsini, invece, ha evidenziato come con il fermo di Vantaggiato "abbiamo sentito la voce dello Stato", ringraziando le forze dell'ordine, magistrati e anche i giornalisti. Stesso pensiero espresso da Bassi: "Tutti ci sono stati vicini".

Il padre di Melissa ha, quindi, voluto lanciare un "forte abbraccio" alla famiglia di Veronica (la ferita più grave dell'attentato) e alle altre ragazze coinvolte. Poi Massimo si è lasciato andare ad un pensiero su quell'uomo che "non è un padre. In questi 20 giorni ho pensato a tutto, so che la criminalità non fa queste cose, ma mai potevo immaginare che questo 'fattaccio' fosse opera di un padre di famiglia”. “So che ha dei figli – ha proseguito -, anche un nipote. Come ha fatto a mangiare con la sua famiglia e, magari, anche a parlare con loro di questa vicenda? Ma lui non è un padre, è solo uno che ha spezzato la mia famiglia ma ha anche spezzato la sua famiglia".

Nella giornata di ieri, però, ha parlato anche Angelo Rampino, il preside dell'istituto Morvillo-Falcone, ancora profondamente scosso dalla vicenda che ha visto come protagonista la propria scuola. Al telefono con l'Ansa ha voluto sottolineare la propria estraneità a ogni forma di coinvolgimento nell'attentato di Brindisi, non ritenendosi il bersaglio del killer e specificando di sentirsi "distrutto" e "annientato" dopo che ieri sera i riflettori sono stati puntati su di lui quale possibile bersaglio dell'esplosione.

Dopo l'arrivo in questura di Giovanni Vantaggiato, infatti, e la diffusione della sua identità, si erano diffuse voci su presunte vecchie ruggini tra l'imprenditore, reo confesso dell'attentato, e il dirigente scolastico che nella sua carriera ha anche prestato servizio, come docente, a Galatina, paese vicino a Copertino dove vive il proprietario del deposito di carburante agricolo fermato ieri sera.

Rampino allontana da sé ogni sospetto e spiega di non essere in buone condizioni di salute. Il rientro a Brindisi, dietro la scrivania della presidenza della scuola di via Galanti, è previsto per lunedì prossimo. Ma non è ancora deciso nulla. Rampino è in ferie e precisa di averle richieste e di non aver subito alcun tipo di provvedimento da parte della Direzione scolastica provinciale. Nei giorni scorsi, si erano diffuse voci su 'vacanze forzate', però, smentite dallo stesso preside. L’attività didattica prosegue, grazie alla guida dei due vicepresidi.

Rampino chiede di essere lasciato in pace, dopo la tesi che fosse lui l'obiettivo degli ordigni rudimentali di qualcuno che avrebbe agito per mettere in atto una vendetta privata. L’ipotesi, comunque, non è stata ancora del tutto esclusa anche se tenuta in minore considerazione dagli investigatori che proseguono con l'attività tecnica per l'accertamento del movente. Il preside si dice convinto di non essere la vittima prescelta e di non aver nulla a che vedere col titolare dell'impianto di distribuzione di carburante di Copertino.

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