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Cronaca

"I tagli alla sicurezza, l'autogol di un intero Paese"

Vibrante protesta di tutti gli organi sindacali di polizia e militari contro il decreto legge 112 emanato dal Governo il 25 giugno scorso. Sette punti in particolare contestati, dieci le richieste

E' vibrante la protesta dei sindacati di forze dell'ordine e armate, ed accorda tutte le sigle sindacali della polizia di stato, della polizia penitenziaria, del corpo forestale dello stato, dei carabinieri, della guardia di finanza, dell'esercito, della marina militare e dell'aeronautica militare. Anche a Lecce, come in tutta Italia, è andata in scena la protesta verso il decreto legge 112 emanato dal Governo il 25 giugno scorso e che riguarda la manovra correttiva del bilancio dello Stato per il triennio 2009/2011. Secondo forze armate di polizia, si tratta di decisioni "che pongono a rischio la possibilità di continuare a mantenere livelli accettabili di sicurezza e di tutela per i cittadini. Per la prima volta nella storia - come si può leggere in un volantino -, tutti i sindacati delle Forze di Polizia e Co.Ce.R. dell'intero Comparto sicurezza e difesa, in rappresentanza dei 500.000 operatori della sicurezza e della difesa italiani, protestano contro l'operato del Governo".

Sette i punti contestati, dieci le richieste. La protesta nasce "perché sono stati previsti "tagli" nel triennio per oltre tre miliardi di euro sui capitoli di spesa della "sicurezza" e della "difesa" delle Amministrazioni dello Stato. Questi "tagli" - spiegano i sindacati - impediranno l'acquisto di autovetture, di mezzi, di strumenti utili per svolgere il serviziononché la possibilità di avere risorse sufficienti e necessarie per le attività addestrative, per i corsi di formazione, per rinnovare le armi in dotazione, per l'acquisto di munizioni, delle divise e per la ordinaria manutenzione degli uffici e delle infrastrutture, in particolare quelle di accesso al pubblico, che diventeranno sempre più fatiscenti". Sempre secondo quanto evidenziato dai rappresentanti di militari e poliziotti "è prevista la riduzione complessiva nel triennio dell'organico delle Forze di Polizia e delle Forze Amate di circa 40.000 operatori dovuta sia al mancato turnover del personale che alla "nefasta" previsione di sospensione volontaria dal servizio e/o collocamento "coatto" in pensione per anzianità "contributiva. Di conseguenza saranno migliaia le pattuglie e gli operatori in meno sul territorio con conseguente riduzione dei servizi e dei controlli ed una oggettiva riduzione della capacità operativa e d'intervento sul territorio delle forze dell'ordine e delle forze armate".

E ancora: "vengono emanati nuovi provvedimenti legislativi che attribuiscono nuove
incombenze alle forze dell'ordine e alle forze armate e contemporaneamente si adottano solo "tagli"di spesa; è prevista la riduzione del 50 per cento all'anno di stanziamenti per remunerare le indennità direttamente connesse all'operatività, che come è noto incidono direttamente sui servizi in strada e sul controllo del territorio, per la sicurezza interna ed internazionale del Paese, mentre si conferma la mancata previsione di interventi di detassazione del lavoro straordinario, già concesso al settore privato, e/o delle indennità accessorie; è prevista la riduzione del 40 per cento della retribuzione accessoria in caso di malattia, anche per infortuni sul lavoro con una penalizzazione economica addirittura superiore agli altri pubblici dipendenti".

Il documento prosegue elencando altri punti chiave: "Non sono previsti il riconoscimento per legge né il finanziamento della "specificità" degli appartenenti alle forze dell'ordine e alle forze armate, né risorse per la formazione e per la riforma ordinamentale del personale" e "il provvedimento contiene decisioni che vanno in netta controtendenza con l'obbiettivo dichiarato di collocare sicurezza e difesa in cima alle priorità dell'azione di governo, quale indispensabile premessa della possibilità di sviluppo di questo Paese". Dieci, dunque, le richieste espresse: "Il riconoscimento per legge ed il finanziamento della "specificità" del Comparto sicurezza e difesa; adeguate risorse economiche per il rinnovo del contratto di lavoro del Comparto sicurezza e difesa; l'eliminazione per il 2009 dei "tagli" per la sicurezza e la difesa con la conseguente apertura di un tavolo di confronto per razionalizzare in prospettiva futura la spesa e per introdurre riforme organizzative che possano eliminare gli attuali sprechi gestionali; la copertura totale del "turnover"nelle forze di polizia ed una diversa modalità applicativa del collocamento a riposo d'Ufficio in prossimità del raggiungimento dei limiti d'età rispetto a quello che si intende prevedere per il pubblico impiego".

Ancora: "Un trattamento diverso per gli operatori della sicurezza e della difesa per le assenze per malattia che al momento si vedrebbero decurtare la retribuzione giornaliera fino alla metà, tra l'altro anche per assenze connesse a fatti accaduti in servizio; l'eliminazione del taglio sulle risorse per la professionalizzazione; il mantenimento della contrattazione e la detassazione della retribuzione accessoria; il riordino delle funzioni e delle carriere necessario per conseguire un sistema più efficiente, in grado di garantire maggiori operatività e produttività; l'attuazione della previdenza complementare per gli operatori dell'intero Comparto sicurezza e difesa, la sanatoria del pregresso ed il mantenimento dei trattamenti economici aggiuntivi per infermità dipendenti da causa di servizio; la riforma della Dirigenza del Comparto".

"Non si giochi alla roulette russa con i cittadini", commenta il consigliere della Regione Puglia e vicepresidente della VII Commissione, Affari istituzionali, Antonio Buccoliero, già maggiore dei carabinieri. "La costruttiva manifestazione di protesta messa in atto, in questa giornata, da tutte le sigle sindacali della Polizia di Stato e dal Cocer rappresenta un grido d'allarme che non può e non deve restare inascoltato. Non investire in maniera organica e convinta sul comparto sicurezza - prosegue Buccoliero - vuol dire giocare alla roulette russa con ogni singolo cittadino. Gli operatori delle Forze dell'ordine compiono, quotidianamente, un lavoro capillare per garantire la sicurezza nelle nostre comunità, ma nonostante l'impegno indefesso di quanti hanno scelto di indossare una divisa, si rischia di mandare tutto in frantumi, quando si é costretti a scontrarsi con problemi pratici come la mancanza di carburante nelle auto di servizio".

"Purtroppo - aggiunge -, di questo si tratta: di una situazione oggettivamente critica, che pone i rappresentanti delle Forze dell'Ordine nelle condizioni di non poter compiere, in maniera adeguata, il proprio dovere. La costruttiva manifestazione di oggi, che ha raccolto la piena adesione di tutte le sigle sindacali della Polizia di Stato e delle rappresentanze delle forze dell'ordine militarizzate (Cocer), vuole essere il grido d'allarme di chi chiede soltanto di poter compiere in maniera adeguata il proprio dovere. I tagli al comparto sicurezza - conclude Buccoliero - rischiano di trasformarsi nel terribile autogol non solo di un Governo, ma di un intero Paese".

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