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Giovedì, 18 Aprile 2024
Cronaca

Il camper di Cgil tende una mano agli “invisibili” delle campagne di Nardò

L'iniziativa del sindacato presentata nel corso di una conferenza stampa: un camper offrirà assistenza sanitaria a i lavoratori stagionali sparsi nelle campagne. Riflettori accesi sul caso di Masseria Boncuri che non aprirà

 

LECCE - La mancata riapertura, per questa stagione, del centro di accoglienza dei lavoratori stagionali delle angurie a Nardò, più che un dubbio sta diventando una certezza. Lo stop della Prefettura di Lecce per Masseria Boncuri poggia sulle dichiarazioni della Coldiretti in merito alla contrazione del mercato, con conseguente calo della manodopera da impiegare.

Non ci sarebbero le condizioni, insomma, per mettere in piedi una tendopoli - rifugio in grado di garantire i più elementari servizi igienici e di assistenza sanitaria. “Niente di più falso”, smentisce clamorosamente la Cgil di Lecce che parla, invece, di centinaia di immigrati già arrivati a Nardò. Ad accoglierli, solo l’amara campagna che offre un posto letto sotto le fronde dei suoi ulivi. Per giunta, la Coldiretti avrebbe diffuso notizie contraddittorie: “Il 12 giugno, sul sito dell’associazione si leggevano dati relativi alla crescita del settore agricolo nel primo trimestre di quest’anno. E si tessevano le lodi di un comparto che cresce in netta controtendenza rispetto alla crisi”, denuncia Gino Rotella, segretario nazionale Flai Cgil.

L’occasione è una  conferenza stampa indetta per presentare un’iniziativa parallela del sindacato, “il camper dei diritti”, attrezzato per seguire la rotta dei migranti da un campo di raccolta all’altro. Dal Salento al foggiano, fino al resto del Paese: laddove ci sarà bisogno di un medico, di un avvocato, di assistenza fiscale e contrattuale, di informazioni sull’esistenza di liste di prenotazione cui iscriversi per scappare dall’intermediazione illegale dei caporali, lì sarà il camper.

“Certo, non abbiamo la pretesa di intercettare tutti i lavoratori accampati nelle campagne e siamo consapevoli degli ostacoli esistenti, ma continueremo la nostra battaglia in nome della legalità”, spiegano gli altri sindacalisti presenti: Giuseppe De Leonardis di Flai Puglia, Antonio Gagliardi di Flai Lecce, Salvatore Arnesano, segretario generale provinciale Cgil, Michele Tassiello, coordinatore regionale Inca Puglia. Il progetto avrà la durata di due anni e l’ambizione di raggiungere capillarmente tutto il Paese, offrendo un’alternativa alla mancanza di strutture in grado di garantire i più elementari diritti dei lavoratori. Nel caso specifico, braccianti agricoli per anni ridotti in condizione di simil schiavitù dai caporali, per i quali qualcosa si è fatto (vedi l’introduzione dello specifico reato penale), ma la strada è tutta in salita.

Per giunta, sottolinea la Cgil, le istituzioni del luogo non collaborano. Peggio, “fingono di non vedere quegli immigrati invisibili che però tornano utili nel momento in cui si tratta di svuotare i campi dalle angurie mature”, denuncia senza peli sulla lingua Gino Rotella. “Non sono bestie, perché gli animali godono di normative che li tutelano. E non sono neppure schiavi – aggiunge – perché lo schiavismo vive di regole che nei campi di raccolta non esistono”.

Ecco che ritorna, puntuale come ogni anno, la legittima polemica sul far west delle angurie. Uno spettacolo indecente di immigrati giunti nel nostro paese con la falsa promessa di strappare un permesso di soggiorno, in cambio di un lavoro che non si può definire tale se non ha tutele, non ha orari, paghe adeguate né condizioni di sicurezza. Se persino mangiare o bere diventa un favore estorto dal ricattatore di turno.

 

Il dito di Cgil è puntato contro chi “non ci ha messo nelle condizioni di andare avanti, ma ci ha fatto fare un passo indietro, dimostrando una vista troppo corta sul problema: quindi il prefetto di Lecce, ma anche la Provincia ed il Comune di Nardò”. La riapertura di Boncuri rimane l’obiettivo ultimo: sul piatto ci sono i 50 mila euro messi a disposizione dalla Regione Puglia. E la consapevolezza del sindacato che un luogo di aggregazione dei lavoratori non rappresenta una scorciatoia per delinquere, ma un’occasione per emergere dai bassi fondi dell’illegalità.

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