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Cronaca

Il caso: il futuro poco chiaro degli operatori Gev e quesiti sulle norme

C’è una figura per la quale, forse, le prospettive non sono del tutto chiare. Le guardie ecologiche volontarie operano in un momento d'incertezza su normative e funzioni. E si chiede alla Regione di risolvere i dubbi. Tutto questo, mentre montano quesiti anche su come creare i raggruppamenti

LECCE – C’è una figura per la quale, forse, le prospettive future non sono del tutto chiare. E’ quello delle Gev, le guardie ecologiche volontarie. Se lo chiede, fra gli altri, l’avvocato Guido Liaci. E’ il responsabile del coordinamento provinciale di Lecce dell’associazione Guardie ambientali d’Italia. Nei prossimi giorni la vicenda sarà probabilmente rappresentata agli enti competenti. In primis proprio la Provincia.  

Lo spunto per discuterne è nato a margine della notizia comunicata ieri da due associazioni, Anpana e Aeop, sulla firma di un protocollo per la “costituzione di un raggruppamento provinciale”.

C’è da spiegare, per prima cosa, che le Guardie ambientali d’Italia della sezione salentina, in una nota ricordano che già “ventuno Guardie ecologiche volontarie appartenenti a quest’organizzazione sono attive da lungo tempo, altresì nella provincia di Lecce, a fattivo supporto delle polizie locali dei rispettivi enti assegnatari”. Nel loro caso, per la precisione, come operatori sono in campo da giugno.

Come dire, una presa di pozione per menzionare che esiste ed è attivo da diverso tempo tale servizio di tutela sul territorio. Va dato atto, a rettifica, che il titolo del precedente articolo ha forse tratto in inganno, giacché la vera notizia risiedeva sostanzialmente nella stipula di un accordo fra le due associazioni, e non ovviamente nella nascita in sé di un servizio di guardie ecologiche volontarie.

Ma i nodi reali sono altri. In primis, vi sono molte questioni aperte proprio sul futuro di questo servizio di controllo territoriale in funzione della tutela dell'ambiente, e questo in un momento in cui già a livelli più alti non si capisce bene come andrà a finire la vicenda del Corpo forestale dello Stato, così come quale sarà il destino ultimo delle polizie provinciali.

Scendendo ancora più giù nella catena, la Provincia gestisce le guardie ecologiche volontarie e le affida ai Comuni e alla polizia provinciale. Ma c’è chi lamenta che le funzioni in capo all’ente di Palazzo dei Celestini sarebbero esautorate. L’assenza di un regolamento regionale attuativo che disponga l’attribuzione di tale funzione sull’ambiente pone il quesito: come deve andare avanti l’attività? E vi sono fondi? La domanda deve essere giocoforza girata al presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, dato che le Gev sono state istituite con legge regionale del luglio 2003 e la selezione, appunto, delegata alle Province.  

L’altra questione verte sul regolamento stesso. Ma qui, forse, si entra nel campo delle interpretazioni. Sono possibili gli accorpamenti, ma il punto è chiarire in funzione di quale assolvimento. Il fatto riguarda il regolamento numero 4 del 30 marzo 2006 sull’organizzazione del servizio volontario di vigilanza ecologica. Ebbene, l’articolo 6, su “Raggruppamenti provinciali e circondariali” recita al punto 1 che le Gev  “sono organizzate […] in raggruppamenti provinciali e circondariali su base territoriale o tematica”. 

Al punto 4 si spiega che “ogni raggruppamento circondariale è costituito da almeno 10 Gev ed ogni raggruppamento provinciale di almeno 20 Gev. Le Province, sentite le associazioni di cui al primo comma, possono rivedere in aumento tale numero minimo di unità costituenti il raggruppamento, in relazione alle esigenze di ciascun territorio, nonché disciplinare nel dettaglio la loro organizzazione, fatta salva l'autonomia interna delle singole associazioni”.

Al 5, si aggiunge, inoltre, che “per garantire una adeguata organizzazione delle attività, più associazioni, possono consorziarsi attraverso la stipulazione di convenzioni, al fine di raggiungere il numero minimo di Gev richiesto per la costituzione di un raggruppamento circondariale territoriale o tematico” (che quindi, facendo fede al punto 4 è di almeno dieci unità). Qualcuno annota che non esiste un punto in cui si parla esplicitamente di possibilità di unioni per creare raggruppamenti provinciali.

Le leggi vanno spesso chiarite e in ogni caso si attendono eventuali repliche degli interessati (cioè Anpana e Aeop, ma un responsabile delle due associazioni è comunque già stato contattato da LeccePrima) e per completezza si allega in Pdf il bollettino regionale in cui si può prendere visione del regolamento intero.

Il bollettino regionale con la legge: N042_03_04_06-2

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