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Cronaca

Il comandante della polizia locale: i nostri interventi nella casa di Fiorentino

In un elenco delle attività degli agenti da giugno 2015 al gennaio seguente, le risposte alle sollecitazioni del dibattito politico dopo la morte del 66enne

LECCE – Il comandante della polizia locale di Lecce, Donato Zacheo, ricostruisce la vicenda dell’alloggio di via Pistoia, finito sotto la lente di osservazione del dibattito politico ma anche dell’azione giudiziaria.

Quell’abitazione di 40 metri quadrati, infatti, era stata assegnata a Giuseppe Fiorentino nel maggio del 2015, ma già pochi giorni dopo il verbale di consegna, il 3 giugno, gli agenti trovarono all'interno un altro nucleo familiare. Il 15 luglio, a distanza di poco più di un mese dal primo sopralluogo, quella casa era stata occupata da un’altra famiglia. Un anno e un mese dopo, il 19 agosto, il corpo di Fiorentino è stato trovato esanime nei pressi di un fabbricato di via Taranto.

Del caso si è interessata la magistratura, che è impegnata da anni in una inchiesta molto più ampia sulla gestione delle case popolari, e naturalmente anche la politica: a Palazzo Carafa se ne è discusso in commissione e le minoranze, che il sindaco Perrone accusa di sciacallaggio, hanno acquisito atti e posto una serie di domande ai dirigenti del settore politiche abitative (Puce all’epoca dell’assegnazione e De Salvo attualmente in carica) per comprendere come mai in un lasso di tempo così ampio non fosse stata revocata l'assegnazione nonostante una palese occupazione da parte di terzi.

Il comandante Zacheo ripercorre il lavoro dei suoi uomini, partendo dalla segnalazione telefonica ricevuta dalla centrale operativa il 3 giugno del 2015, dopo la quale fu effettuato un accertamento. All’interno dell’appartamento sito al quarto piano una donna con il compagno e la figlia. La donna, che dichiarò di aver ricevuto le chiavi dallo stesso Fiorentino, venne diffidata a lasciare l’immobile in quanto non assegnataria dello stesso. Contestualmente veniva informato l’ufficio Casa del Comune che il 15 luglio chiese di effettuare un nuovo intervento perché, intanto, Fiorentino aveva presentato denuncia presso la questura (il 23 giugno).

“Pertanto, il giorno stesso – spiega Zacheo - veniva esperito il sopralluogo richiesto, accertando che all’interno viveva un diverso nucleo familiare” composto da un uomo, dalla compagna e due figli minorenni. I due adulti, ascoltati separatamente, “rilasciavano dichiarazioni identiche affermando che il giorno prima erano entrati nell’appartamento previo accordo con Fiorentino che aveva consegnato le chiavi dell’alloggio e della cassetta della posta dietro compenso”. Anche in questo caso automatica la diffida a liberare la casa da parte della polizia locale.

Il passo successivo e la comunicazione delle occupazioni abusive al procuratore aggiunto Antonio De Donno “il quale consigliava, prima di procedere a eventuali denunce nei confronti degli occupanti, di sentire in merito ai fatti il Fiorentino Giuseppe”. Ma il diretto interessato, scrive il comandante, non è mai stato reperibile.

Si arriva dunque alla fine di novembre del 2015, quando l’ufficio Casa richiede una serie di accertamenti presso vari appartamenti, tra cui quello di via Pistoia che viene nuovamente “visitato” il 12 gennaio: questa volta l’occupante, che si difende dicendo di aver consegnato altro denaro a Fiorentino, viene denunciato per non aver ottemperato alla diffida del 15 luglio.

Successivamente un provvedimento del giudice per le indagini preliminari sottopone a sequestro preventivo l’alloggio, con l’affidamento in custodia agli stessi occupanti fino al 13 novembre prossimo. Zacheo fa presente, infine, che l’8 marzo scorso la polizia ha acquisito gli atti relativi all’appartamento di via Pistoia.

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