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Cronaca Ugento

Il presunto boss: “Mi sento offeso e arrabbiato perché sono estraneo a questo contesto”

Sono iniziati oggi gli interrogatori di garanzia nei riguardi degli arrestati nell’ambito dell’inchiesta sul sodalizio che avrebbe gestito il mercato della droga a Ugento e nei comuni vicini. Vincenzo Minicozzi si è avvalso, ma ha rilasciato dichiarazioni spontanee per respingere gli addebiti

LECCE - “Mi sento offeso, arrabbiato e a disagio nell’essere indicato a capo di un contesto al quale sono completamente estraneo”, si sarebbe difeso così Vincenzo Minicozzi, il 32enne ugentino ritenuto al vertice del gruppo impegnato nel traffico, nello spaccio di droga e nelle estorsioni a Ugento e nei paesi vicini che ieri è stato destinatario dell’ordinanza di custodia cautelare in carcere, con altre dieci persone.

Assistito dall’avvocato Mario Coppola, il principale indagato dell’inchiesta condotta dalla direzione distrettuale Antimafia di Lecce ha preferito avvalersi della facoltà di non rispondere alle domande della giudice Simona Panzera, alla quale avrebbe fatto presente di non aver avuto modo, visto il breve lasso di tempo intercorso tra l’arresto e l’interrogatorio, neppure di confrontarsi col proprio legale.

Insomma, in attesa di conoscere in maniera più approfondita le accuse contenute nelle 376 pagine del provvedimento, il 32enne si è limitato a rilasciare solo dichiarazioni spontanee con le quali ha respinto gli addebiti. La stessa scelta è stata fatta anche dagli altri due compaesani, Cristian Angelo Pierri, di 22 anni, ed Emanuel Giuseppe Pierri, di 25 che hanno annunciato, attraverso l’avvocato Coppola, la volontà di essere interrogati nei prossimi giorni dal pm.

Sono rimasti completamente in silenzio: Cosimo Luigi Catino, 30 anni, (difeso dall’avvocato Biagio Palamà), Matteo Congedi, 37 di Ugento, Daniele Deiana, 30 di Ugento, Luigi Petrachi, 46 anni (difesi dagli avvocati Francesco Fasano e Laura Petrachi) e Radames Trianni, 30enne di Torre San Giovanni (assistito dall'avvocato Paolo Cantelmo). L'arresto in carcere è stato disposto anche per Pasquale Preite, 68enne di Ugento, ma la misura non è ancora stata eseguita, poiché si troverebbe all'estero.

Hanno invece risposto alle domande della gip, Katriel Scarcella, 23anni, e Michele Scarcella, 65, di Ugento, assistiti dall’avvocato Fabrizio D’Errico, accusati di lesioni.

Gli interrogatori proseguiranno venerdì con l'ascolto delle due donne finite ai domiciliari: Annalisa Molle e Miriam Trianni, rispettivamente 29enne e 21enne, anche queste di Ugento.

Nello stesso procedimento, risultano indagate altre dodici persone. Si tratta di: Antonio Bleve, 45enne di Alliste, domiciliato ad Ugento; Diego Antonio Caputo, 26enne di Melissano; Salvatore Caputo, 44enne di Melissano; Salvatore De Gaetani, 38enne di Ugento; Alessio Forte, 29enne di Ugento; Marco Manco, 33enne di Ugento; Fulvio Monsellato, 65enne di Ugento; Angelo Pizzi, 36enne di Ugento; Christian Ponzetta, 29enne di Melissano; Anselmo Antonio Trianni, 51enne di Torre San Giovanni (marina di Ugento); Silvia Urso, 36enne di Ugento; Vincenzo Zaccaria, 79enne di Ugento.

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