Il rave non legale: il viaggio nel mondo del "delirio"
Il dramma di Diso ha riportato alle cronache dei giornali lo strano mondo dei rave party: cosa c'è dietro a queste manifestazioni? Lo sballo, le droghe e lo strano successo della "Calvin Klain"
DISO - La morte piombata su Diso nella tragedia di Laura Lamberti, giovane ventitreenne potentina, uccisa probabilmente da un cocktail di droga ed alcol, riporta l'attenzione sul mondo dei rave-party, realtà di cui spesso la gente comune ignora l'esistenza. Nello specifico un "rave party" o "free-party" o semplicemente "rave" nasce come una manifestazioni musicale, il più delle volte illegale, organizzate in tutto il mondo all'interno di aree industriali abbandonate o in spazi aperti. La durata di questi incontri oscilla dalla sola notte ad alcuni giorni di musica consecutivi (in gergo, vengono definitivi "technival" e si distinguono per la presenza di diversi sound system, con diffusori sonori installati su camion).
Il termine proviene dalla parola inglese "rave" che letteralmente significa "delirio", ma, secondo quanto riportano i frequentatori di una di queste manifestazioni, dietro al termine si nasconde un senso più ampio, che sta ad indicare la voglia comune di svincolarsi da regole e convenzioni socialmente imposte, alla ricerca di una libertà totale, che passa da quella fisica a quella mentale e che si esprime attraverso il ballo, ma anche attraverso il consumo e l'abuso di droghe. Secondo gli assidui frequentatori di queste manifestazioni, sarebbe più giusto definirli "Free-party", sia per indicare la gratuità dell'ingresso e della partecipazione al mega raduno, sia in ossequio al principio originale di totale libertà rispetto a qualunque regola o convenzione. La musica, che si passa in un rave, è techno, poco orecchiabile e sparata a mille.
Cosa ci sia di libertà da ogni convenzione a lasciarsi morire a ventitrè anni o a rimpinzarsi di ogni tipo di droga forse resterà forse il mistero più grande delle cronache di questi giorni. Quel che è certo, però, è che la droga, i super alcolici e lo sballo garantito, a Diso, si trovavano in ogni angolo di quelle campagne, trasformatesi da tempio della dissolutezza in teatro di morte.
Anfetamina, sostanze sintetiche di ogni tipo, oppio, ecstasy, cocaina strisciata su pezzi di vetro o specchietti di fortuna, mischiata con qualsiasi cosa "passi il convento", gli immancabili spinelli: non è la delirante scena di Trainspotting, l'irriverente capolavoro di Danny Boyle, nato dalla penna e dai romanzi di Irvine Welsh, ma la realtà assurda di quanto si vede dal vivo in certi posti, trasformati in "acid house" all'aperto.
Tiene il passo anche la ketamina, ossia un anestetico dissociativo per uso veterinario ed umano, che ha preso piede come sostanza stupefacente: in genere causa forti dissociazioni psichiche. I giovani la conoscono col nome "Calvin Klain" o di "key" come l'anestetico per i cavalli. A Diso quest'ultima andava alla grande, fatta bollire in pentoloni, mentre frotte di teenager e giovani svestiti, tatuati, con piercing, ballavano intorno come un rito di iniziazione al ritmo costante della musica a palla. Il prezzo? Circa 20 euro a "bag", a dose. Basta tanto, dunque, per rischiare: perché la "key" ha effetti difficilmente prevedibili, soprattutto se usata impropriamente.
Ad un rave si partecipa perché qualcuno ti ha invitato via internet o via sms? la comunicazione funziona sul passaparola e si dimostra straordinariamente efficace. Nel Salento, dalle ultime stime si pensa che nelle campagne di Diso ci fossero persino oltre 4000 giovani arrivati in macchina da ogni parte dell'Europa: alcuni con le targhe coperte dal nastro adesivo, per evitare che qualche forza dell'ordine in borghese potesse risalire ai proprietari.
Intanto, ieri a Potenza, nella chiesa di San Michele si sono tenuti i funerali di Laura, la giovane vittima della notte folle salentina: commozione e lacrime hanno scandito l'ultimo saluto alla ragazza, inghiottita in una fine drammatica, quanto incomprensibile. Proseguono le indagini della compagnia dei carabinieri di Tricase, che sta sostenendo nuovi interrogatori, per risalire sia agli organizzatori del mega raduno, sia a chi possa aver fornito la dose letale alla ragazza morta.