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Cronaca

Il Riesame: non ci sono gravi indizi a carico di Franceschini

Depositate in mattinata le motivazioni con cui il Tribunale della Libertà ha revocato la misura cautelare nei confronti del professor Giordano Franceschini, arrestato lo scorso 21 novembre nell'ambito dell'inchiesta sul filobus

LECCE – “Non ricorrono i gravi indizi di colpevolezza a carico di Giordano Franceschini. In particolare, con riferimento a entrambe le ipotesi di reato di truffa oggetto di addebito cautelare, non sono configurabili (almeno allo stato attuale delle indagini) gli elementi materiali della fattispecie del reato, con specifico riferimento all’evento di essersi procurato un ingiusto profitto con conseguente danno per il Comune di Lecce”. E’ questo uno dei passaggi più importanti delle motivazioni con cui il Tribunale del Riesame (presidente Silvio Piccinno, relatore Stefano Marzo e Michele Toriello) sabato scorso ha revocato la misura cautelare nei confronti di Giordano Franceschini, 45enne, docente universitario a Perugia.

Nei confronti del professore originario di Padova, arrestato lo scorso 21 novembre (una settimana dopo aveva ottenuto gli arresti domiciliari) nell'ambito dell'inchiesta sul presunto giro di tangenti legato al progetto del filobus e che ruota intorno alla figura del professor Massimo Buonerba, ex consulente legale dell'allora sindaco di Lecce Adriana Poli Bortone, non sussiste dunque un grave quadro indiziario. L'accusa ipotizzata dalla Procura nei confronti dell'ingegner Franceschini è di truffa aggravata. Un’accusa che, però, secondo i giudici del Riesame, che hanno accolto la tesi difensiva dell’avvocato Andrea Sambati, non è al momento sostenibile. Non si può dimostrare, infatti, che il professore dell’Università di Perugia abbia emesso false fatture a danno del Comune di Lecce nell’ambito del progetto del filobus (di cui l’ingegner Franceschini era progettista per conto dell’Ati). Fatture che sarebbero state gonfiate, per sua stessa ammissione, solo per motivi fiscali e ottenere liquidità.

Secondo l'ipotesi accusatoria quella di Giordano Franceschini sarebbe una delle figure chiave nell'ambito della presunta truffa legata all'affaire del filobus a Lecce. Lo stesso gip scrive, nell'ordinanza di custodia cautelare, che "vi sono alcune circostanze che avvalorano l'ipotesi di un massiccio utilizzo di fatture per operazioni inesistenti da parte di Franceschini, volte a indurre il Comune di Lecce a effettuare erogazioni in favore della Psgr srl, società da lui amministrata, per opere non effettuate nell'ambito della realizzazione del filobus, i cui proventi sembrerebbero essere stati smistati a persone, come Buonerba, non estranee alla stessa amministrazione comunale leccese". Persone e nomi su cui si starebbero concentrando le indagini del nucleo di polizia tributaria della guardia di finanza di Lecce, guidato dal colonnello Vito Pulieri.

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