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Cronaca

Il sospetto corre sul filobus, la senatrice lo allontana: "Non si offuschi An"

Franceschini sostiene che Buonerba chiedesse soldi per "spese connesse alla partecipazione elettorale del gruppo di An". Ma Adriana Poli Bortone chiarisce: "Il partito ha fatto leva sul volontariato e lo spirito comunitario"

LECCE – “An ha sempre condotto campagne elettorali all’insegna della sobrietà, e alla sobrietà abbiamo costantemente invitato i singoli candidati”. La senatrice Adriana Poli Bortone, oggi fondatrice di Io Sud, un tempo sindaco di Alleanza nazionale e figura chiave del partito scioltosi a Bologna nel 2005, dopo le iniziali riserve, inizia a parlare dell’affaire filobus. Perché prevale l’istinto di autodifesa. Non lei in prima persona, certo, ma An appare comunque citata nell’ordinanza di arresto del suo ex consulente, Massimo Buonerba. A far scoppiare un polverone, sono state alcune sibilline frasi di Giordano Franceschini, l’ingegnere padovano, docente universitario a Perugia, progettista del filobus per conto dell’Ati, a sua volta arrestato e poi rilasciato dopo tre interrogatori https://www.lecceprima.it/cronaca/il-riesame-non-ci-sono-gravi-indizi-a-carico-di-franceschini.html.

“Ho continuato a versare le somme di denaro che mi vengono contestate – ha dichiarato Franceschini al capo della Procura leccese, Cataldo Motta -, quelle successive al primo importo di 186mila euro, sino all’estate del 2009, solo in quanto ogni volta sollecitato dal Buonerba, il quale mi riferiva di esigenze sopravvenute personali”, fra cui “le spese connesse alla partecipazione elettorale del gruppo di An di cui faceva parte”. E Franceschini avrebbe agito, fra l’altro, anche “nella speranza di ottenere per suo tramite o su suo suggerimento, ulteriori incarichi di progettazione, non necessariamente a Lecce”.

Dunque, il progettista, anche se di riflesso, cioè dichiarando agli inquirenti quali sarebbero state le parole proferite da Buonerba, ha chiamato in qualche modo in causa An, spingendo la senatrice, che ne ha tenuto le redini per anni, ad allontanare i sospetti. Almeno, da sé. “Per la parte e i ruoli che ho ricoperto in An, respingo fermamente ogni tentativo di offuscare l’immagine di un partito che ha fatto leva sul volontariato e lo spirito comunitario”.

“Quanto alle scelte fatte con atto monocratico, come avviene per i collaboratori di gabinetto di ogni sindaco – aggiunge, in una sua nota stampa -, è evidente che esse hanno base sulla fiducia. E la fiducia è la cifra stilistica che ha connotato le mie azioni nell’ultra quarantennale, onorato, percorso politico, nonché nella quotidianità della mia vita privata, in virtù dell’educazione privata che ho ricevuto e della cultura politica di destra attenta al sociale che ho coltivato”.

“Quando scopro con certezza che la mia fiducia è stata malriposta, avverto la cosa come un tradimento e ne resto umanamente ferita. E’ già accaduto in passato. Quanto al professor Buonerba – spiega ancora la senatrice - che, a beneficio della memoria di qualche anonimo aennino, è stato valido collaboratore anche di altri importanti esponenti istituzionali di An, mi auguro e ritengo che abbia tutti gli elementi utili per sostenere le sue tesi difensive a suffragio anche della fiducia che gli fu concessa. Se così malauguratamente non fosse, anche in questo caso – conclude -, ne dovrei trarre come conseguenza una sorta di tradimento nei miei confronti e ne sarei profondamente addolorata”.

Sotto un altro aspetto, quello puramente tecnico, parla oggi di filobus anche l’architetto Sergio Ventura, responsabile provinciale della consulta trasporti del Partito democratico. Che ricorda: “La possiamo pensare come vogliamo, ma il filobus sarà il tema centrale delle prossime primarie nel centro-sinistra e della successiva campagna elettorale”. Truffa o non truffa, inchiesta o meno, l’infrastruttura c’è, anche se ancora non è attiva, e il suo avvenire resta un enigma.

filobus 1-2-6Più di qualche bacchettata, Ventura, la rifila al sindaco Paolo Perrone, che, a suo dire, “ha un’idea della città senza trasporto pubblico, con le auto che la fanno da padrone anche nel centro storico, con tanti parcheggi a pagamento che fanno cassa”. Ed è noto come il primo cittadino stia pensando a uno smantellamento dell’imbarazzante infrastruttura. “In nome di un’autodistruttiva libertà di movimento”. Ventura ritiene, a tale proposito, che la vicenda giudiziaria sia solo un pretesto. “Singolare ragionamento: come se un politico viene condannato per aver preso una mazzetta in un appalto per la costruzione di un’autostrada e oltre alla giusta condanna per il politico,  si chiede di smantellare l’autostrada. Allora diciamolo: non vogliamo il filobus non perché è brutto, ma semplicemente perché Perrone non vuole un servizio di trasporto pubblico a Lecce. Per giustificare il suo segreto pensiero parla di costi altissimi di gestione, senza aver mai chiesto a nessuno di preparare un vero piano di gestione e di ristrutturazione di tutte le linee esistenti per sapere veramente se sarà un vantaggio o uno svantaggio”.

La soluzione, secondo l’architetto, potrebbe trovarsi in una sintesi fra le idee di Loredana Capone e Carlo Salvemini, i due sfidanti alle primarie del centrosinistra. La prima “pone la questione partendo dalla necessità di avere un servizio di trasporto pubblico moderno ed efficiente che colleghi periferie e comuni dell’hinterland con il centro cittadino, a partire dall’attivazione di tutte le linee del filobus”. Del secondo, Ventura non ritiene valida la visione di uno smembramento, proprio come il sindaco, ma giudica buona l’alternativa,  Lecce ciclopica. “Una mobilità su due ruote dove la bicicletta rappresenterà il principale freno all’espansione del traffico automobilistico. Mi sembra evidente che le due ipotesi devono trovare una positiva integrazione: serve il trasporto pubblico, come serve un sicuro e continuo sistema ciclabile urbano per rappresentare una complessiva e valida alternativa alle auto”.

Da qui, una domanda: “Come potremo costruire un servizio di trasporto pubblico efficiente quando, oggi in tempo di crisi, proponiamo di smantellare tre linee a emissioni zero che garantirebbero frequenze ogni 15 minuti? Penso – conclude - che ci sia sufficiente materiale per accendere le primarie di un dibattito vero e franco, sapendo che l’obiettivo è solo quello fare la scelta giusta e governare per realizzarla”.  

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