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Cronaca Diso

Il tributo commosso al suo "maestro ed amico". A Diso arriva Roberto Benigni

Il premio Oscar scende nel Salento, in compagnia della moglie, per rendere omaggio al regista scomparso: "Era il mio amico. Gli devo tutto". Presente il fratello Bernando. Lunedì la salma verrà trasferita a Bari dove sarà cremata

DISO - Un tributo commosso ad un maestro di cinema, che non c’è più. L’ultimo film, quello della sua esistenza terrena, Giuseppe Bertolucci l’ha voluto girare nel Salento, dentro un cinema singolare e affascinante che è Diso, piccolo e ridente paesino lungo il Tacco d’Italia, che racconta di una bellezza semplice e rimasta intatta. Sarà per questo che il regista, scomparso in queste ore, l’aveva scelta come luogo ideale per il suo soggiorno.

Qui, a maggio, poi è festa grande: le strade brillano di luminarie in onore dei “Santi”, che non hanno nulla da invidiare a quelle che si espongono a Scorrano. Il via vai di quei momenti risulta in contrasto con il silenzio ossequioso di un pomeriggio caldo, in cui questa comunità vive con rispetto il saluto a questo concittadino adottivo illustre. Sembra quasi che nessuno voglia “disturbare il sonno”.

La camera ardente, allestita all’interno del convento dei Cappuccini, proprio di fianco alla sede del municipio, è una piccola stanza a cui si accede dal vecchio chiostro: la salma, accolta all’interno, è vegliata dai familiari, che ricevono il saluto e l’affetto degli abitanti, ma anche di tanti amici che hanno condiviso con l’autore di “Berlinguer ti voglio bene” percorsi umani e professionali. Primo fra tutti, il premio oscar Roberto Benigni, che con Bertolucci “minore” ha iniziato la sua carriera cinematografica.

L’artista toscano è arrivato intorno alle 15.30, accompagnato dalla moglie e partner di tante esperienze sul set, Nicoletta Braschi. Cappello bianco in testa, occhiali scura e giacca nera, non ha nascosto la propria commozione, sostando per quasi due ore nella camera ardente, prima di andare via. “Gli devo tutto” – dichiara ai giornalisti presenti.

“Con lui – spiega nelle poche battute che offre ai cronisti - ho passato con lui gli anni più belli della mia giovinezza. Era il mio amico. Il mio primo amico, il mio primo regista, il mio primo autore. Mi ha insegnato lui a leggere la poesia, a muovermi, a camminare nel mondo, a guardare il cielo a capire da che parte arriva la bellezza e a riconoscerla. E l'audacia, e il coraggio”. Scandisce per ben tre volte il concetto più importante: “Era il mio amico”.

Fuori, nell’atrio, c’è poi Bernardo, il fratello maggiore e autore di altri capolavori per il cinema italiano, premiato con l’Oscar alla regia nel 1988, arrivato sul posto, poco dopo mezzogiorno.  È l’arte intrisa di umanità a palesarsi in lui, raccolto in uno sguardo austero, a tratti persino mistico, di un’espressività più intensa di mille parole. Tra i volti noti, compaiono il salentino Edoardo Winspeare e Marco Tullio Giordana, altro autore nobile del cinema d’autore italiano.

La salma di Giuseppe Bertolucci rimarrà a Diso fino a lunedì mattina, quando sarà trasferita a Bari per essere cremata. Sarà davvero l’ultimo ciak di una carriera, disseminata di talento e bellezza. Di un regista che anche un pezzo di Salento riconosce da stasera come proprio “amico”.

 

Dal fratello Bernardo Bertolucci a Roberto Benigni, l'ultimo saluto

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