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Cronaca San Donato di Lecce

Impianto sportivo di San Donato: sindaco e consigliere a processo in abbreviato

A processo Ezio Conte e Tommaso Grande. L’ipotesi di reato nei loro confronti è di tentata concussione. La mancanza di riscontri aveva portato il pm Buffelli ad avanzare una richiesta di archiviazione. Il gip aveva disposto nuovi accertamenti

LECCE – Saranno giudicati con rito abbreviato il sindaco di San Donato, Ezio Conte, 49 anni, e Tommaso Grande, 37 anni, consigliere comunale con delega allo sport sempre a San Donato. Il giudizio si svolgerà il prossimo 10 novembre dinanzi al gup Simona Panzera.

L’ipotesi di reato nei loro confronti è di tentata concussione. A dare avvio alle indagini la denuncia presentata da Massimo Martina (che si è costituito parte civile), il vecchio gestore dell'impianto sportivo del Comune. Nell’esposto l’uomo denunciò la presunta imposizione, da parte del primo cittadino, dell'assunzione di due giovani di San Donato che si sarebbero dovuti occupare di assistere i bagnanti della piscina attiva nei mesi di luglio e agosto. Inoltre, sempre secondo quanto denunciato, il sindaco avrebbe anche chiesto denaro in cambio della gestione degli impianti.

Si tratta di un’indagine complessa che, vista la mancanza di riscontri, aveva portato in un primo momento il sostituto procuratore Donatina Buffelli, titolare del fascicolo, ad avanzare una richiesta di archiviazione. In seguito all'opposizione presentata dal legale della presunta parte offesa, però, il giudice per le indagini preliminari Vincenzo Brancato aveva disposto nuovi accertamenti e l’ascolto di nuove persone. Al termine del supplemento di indagini è giunto il rinvio a giudizio.

I due imputati hanno sempre respinto ogni accusa, evidenziando come la denuncia sia stata presentata quando oramai l'amministrazione comunale aveva preso posizione nei confronti di Martina, moroso da tempo, revocandogli l'incarico conferitogli, indicendo un bando pubblico per l'assegnazione della gestione degli impianti sportivi. Decisione che non sarebbe stata presa di buon grado dal 50enne di San Donato che inizialmente si sarebbe anche rifiutato di restituire le chiavi del palazzetto. Gli imputati sono difesi dagli avvocati Luigi Covella e Benevola Petrachi.

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