rotate-mobile
Cronaca

Imprenditori balneari all’attacco: “Non siamo una categoria di evasori”

Dopo i controlli sui litorali salentini sugli ombrelloni e sdraio senza scontrino, Della Valle respinge ogni accusa di “evasione fiscale” e rilancia: “Sanzioni illegittime. Noi perseguitati e condannati per illeciti inesistenti”

LECCE – La parola “evasione” è tra le più inflazionate del vocabolario dei buoni propositi: molti spesso la disegnano come un “cancro” dello Stato e dell’economia, come una “furberia” ai danni di chi, invece, è ligio ai doveri fiscali. La “lotta” contro questo reato è spesso annunciata ad ogni livello, soprattutto nel politichese, come qualcosa di prioritario. Eppure quando qualche operazione delle forze dell’ordine mette al muro i cosiddetti “furbetti”, scatta l’argomentazione della “persecuzione”. È accaduto con il “caso” di Cortina qualche mese fa, ed oggi sembra ripetersi nel Salento, alla luce delle ultime operazioni della Guardia di finanza che hanno registrato alcune inflazioni negli stabilimenti balneari.

Eppure la categoria degli imprenditori del settore non ci sta ad essere tacciata come un branco di evasori e difende a denti stretti le proprie ragioni. A farlo, come al solito, è un alfiere della salvaguardia della categoria, ossia Mauro Della Valle, presidente di Assobalneari Salento e vicepresidente di FederBalneari, che respinge l’ipotesi di “evasione fiscale”sul litorale adriatico e ionico salentino: “La premessa doverosa, non pleonastica e non formale – afferma in una nota -, che ritengo opportuno fare riguarda il fatto che le tasse vanno pagate: l’evasione fiscale è un male che colpisce l’impresa in generale e gli imprenditori onesti in particolare”.

“Tale principio – prosegue Della Valle - è così vero che, come associazione di categoria, abbiamo anche richiesto un incontro con la Guardia di Finanza proprio per avere un quadro chiaro delle regole e delle modalità di osservanza delle stesse, proprio per evitare dubbi interpretativi e relative sanzioni: la prevenzione è sempre la migliore cura. Purtroppo la richiesta non è stata ascoltata”.

Per Della Valle, la cosa è ancora “più amara” ove si consideri che “la maggior parte delle sanzioni elevate è frutto di una interpretazione normativa non condivisa e non condivisibile”: “Invero – spiega -, alcune delle multe sono state elevate per il presunto mancato rilascio di scontrino fiscale per noleggio di ombrelloni e/o sdraio. Su tale aspetto è importante evidenziare che i clienti che usufruivano del bene (ombrellone/lettino) non avevano ancora pagato il corrispettivo del noleggio: pertanto lo scontrino doveva e deve essere emesso al momento del pagamento”.

Su tale aspetto, per il rappresentante di categoria, occorre distinguere tra prestazione di servizi (come nel caso di noleggio di ombrellone e sdraio) “in cui il pagamento e la relativa emissione di scontrino può legittimamente avvenire alla fine della giornata”, e la cessione di un bene (come nel caso del gelato al bar) “in cui lo scontrino deve essere emesso al momento della vendita e dell’incasso del corrispettivo”: “D’altra parte – precisa -, se si noleggiano sci e scarponi in montagna, il pagamento avviene al momento della riconsegna dei beni, giammai al momento del noleggio”.

Questo sarebbe quanto accaduto nel caso di specie dove “i militari delle Fiamme Gialle hanno elevato alcune sanzioni per omesso rilascio di scontrino fiscale a fronte di una prestazione di servizi non ancora terminata (i clienti erano ancora sotto gli ombrelloni noleggiati, oppure in abbonamento stagionale)”: “Quindi – tuona Della Valle -, le sanzioni sono illegittime e nessuna evasione fiscale si è verificata”.

Sul punto, tramite il presidente nazionale di FederBalneri Italia Renato Papagni, Della Valle chiarisce di aver investito della questione con apposito quesito il dirigente dell’agenzia delle entrate di Roma responsabile del settore, al fine di verificare la corretta interpretazione e, quindi, applicazione della norma: “Vedremo – conclude -, all’esito, se esiste davvero una situazione di evasione fiscale (peraltro non voluta) o una persecuzione oramai conclamata a danno della categoria”.

 

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Imprenditori balneari all’attacco: “Non siamo una categoria di evasori”

LeccePrima è in caricamento