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Venerdì, 19 Aprile 2024
Doloso il 70% dei casi

Estate rovente, incendi saliti del 55%: pesa la responsabilità dell’uomo dietro ai dati

Intervento del capo di protezione civile di Lecce, Gaetano Lipari, nella commissione ambiente del Comune sul tema. Analizzati i numeri della stagione e lo strano caso degli uliveti a fuoco: “Spesso ci sono ragioni economiche”

LECCE – Un vertiginoso incremento degli incendi nei primi quaranta giorni d’estate con una certezza: nella totalità degli eventi, siano colposi o dolosi, alla base c’è la responsabilità dell’uomo. È forse il messaggio più netto (pur non pronunciandolo in questi termini) che arriva dalla partecipazione di Gaetano Lipari, responsabile del presidio di Protezione civile di Lecce, alla riunione della commissione Ambiente, rifiuti, igiene e sanità di Palazzo Carafa, convocata per discutere sul tema “Misure di contrasto agli incendi”.

Il numero uno della Protezione civile locale, che ha preso parte alla recente riunione in prefettura su questa emergenza, ha riferito che, dall’inizio della stagione estiva, ovvero in 40 giorni, gli incendi sul territorio siano aumentati del 55% rispetto allo scorso anno: un dato drammatico, che pone l’attenzione su un problema che necessita di soluzioni convincenti che partano dalla prevenzione.

“Questa crescita – ha affermato nel proprio intervento – è dettata in primis dall’inottemperanza della legge 38 del 2016, che espone proprietari terrieri e amministrazioni all’osservanza della pulizia di terreni incolti e banchine stradali. Fare queste operazioni per tempo, almeno un paio di mesi prima della stagione estiva, quella di alta pericolosità, scongiurerebbe gli incendi che partono dalla strada”.

Non basta, infatti, il presidio del territorio per offrire una risposta immediata alle situazioni: “Noi, con i nostri mezzi – ha chiarito – pattugliamo il territorio, in particolare il Bosco di Rauccio. Sui primi focolai, interveniamo in maniera decisa e precisa, soffocando l’incendio subito”.

Non manca ovviamente la collaborazione con le altre realtà impegnate sul fronte quale Arif, i vigili del fuoco e i carabinieri forestali, ma l’organizzazione e il controllo del territorio spesso non bastano. E inquietano i dati: “Dalla nostra esperienza – ha aggiunto – il 70% degli incendi sono dolosi, il 30% colposi”. Tradotto, nella maggior parte dei casi i roghi vengono appiccati, ma nei restanti episodi non viene meno la responsabilità dell’uomo, che non garantisce l’adeguata prevenzione, per scongiurarli.

Poi un riferimento al caso degli ulivi: “Sicuramente quest’anno e l’anno scorso abbiamo pagato il fatto che vengano incendiati tutti gli uliveti seccati: la ragione è che, se incendi un uliveto, il fuoco va avanti per tre giorni, come con le conifere, e le faville che partono possono percorrere 700-800 metri rimanendo accese e dove cadono rappresentano un innesco sicuro”.

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Per Lipari, in molti casi, il fuoco è “economico e veloce”: “I roghi son propedeutici all’estirpazione degli ulivi e alla riclassificazione per nuovi uliveti: il costo di chiamare un escavatore ed estirpare l’albero con tutta la radice è pesante, ecco perché s’incendia un uliveto”.  

Nel corso della riunione, sono state poste alcune domande di chiarimento sulle normative che regolamentano la materia, le criticità nell’applicazione e l’organizzazione pratica del lavoro di prevenzione e intervento.  

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