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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca

Rifiuti in fiamme, analisi sulla qualità dell'aria: il Comune valuta azioni di risarcimento

Il lavoro dei vigili del fuoco nel deposito della zona industriale si è protratto a lungo: ancora questa mattina lo spegnimento degli ultimi focolai. Sopralluogo dell'assessore all'Ambiente: approfondimenti sui livelli di diossina. Il vento ha spinto il fumo sulle aziende attorno

LECCE - Mentre una coltre di fumo resta addensata attorno al deposito di rifiuti, sono in corso le valutazioni del danno ambientale e l’amministrazione comunale si riserva di procedere con azioni giudiziarie.

Il vasto incendio che ha divorato ieri tonnellate di materiale - prevalentemente carta, plastica e ferro - accatastato nell’area di viale Gran Bretagna, nella zona industriale, ha richiesto un prolungato sforzo da parte dei vigili del fuoco che ancora questa mattina hanno lavorato per domare gli ultimi focolai. Il vento ha spinto il fumo in direzione della superstrada per Brindisi, investendo le aziende limitrofe di un’aria irrespirabile.

Sul posto è tornato l’assessore all’Ambiente, Andrea Guido: si attende la relazione tecnica dei pompieri e quella dell’Agenzia regionale per la protezione dell’Ambiente per avere più chiaro il quadro della situazione. Il Comune di Lecce ha intanto preannunciato “le opportune azioni a danno dei responsabili” qualora fossero accertati i rischi per la salute pubblica.

deposito_gru-2Da alcuni primi riscontri sembrerebbe che le analisi sulle polveri sottili abbiano dato risultati confortanti, mentre per la concentrazione di diossina si procede ad approfondimenti. Quel che è certo, per adesso, è che il deposito è stato sottoposto a sequestro il 30 gennaio del 2010 con l’intervento del nucleo operativo ecologico dei carabinieri, ma successivamente i sigilli furono rimossi.

In quella data i militari stimarono in circa 20mila i metri cubi di plastica e carta, provenienti dalla raccolta differenziata. Alcuni cumuli sarebbero stati trattati e giacevano in attesa dell’invio presso gli impianti di recupero e valorizzazione. Il rogo di ieri, sulla cui origine dolosa restano pochi dubbi, ripropone la questione di eventuali negligenze.

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