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Venerdì, 29 Marzo 2024
Cronaca Otranto

Inchiesta “Hydruntiade”, anche il Riesame lascia in carcere i fratelli Cariddi

Le difese degli ex primi cittadini di Otranto avevano presentato appello per chiedere la sostituzione della misura, da carceraria a domiciliare. Ma il Tribunale della Libertà ha ritenuto la prima, quella più adeguata

OTRANTO - Nulla da fare per i fratelli Luciano (di 54 anni) e Pierpaolo Cariddi (di 56): restano in carcere. Anche il tribunale del Riesame, in linea con la decisione presa il 31 ottobre scorso dalla giudice Cinzia Vergine, oggi ha confermato la misura cautelare alla quale entrambi sono sottoposti dal 12 settembre con l’accusa di essere promotori e organizzatori di un’associazione a delinquere finalizzata al compimento di vari reati contro la pubblica amministrazione mossa nell’inchiesta “Hydruntiade”.
E’ stato dunque vano il tentativo delle rispettive difese, rappresentate dagli avvocati Viola Messa e Michele Laforgia, e  Gianluca D’Oria e Alessandro Dello Russo, di convincere il collegio composto dal presidente e relatore Carlo Cazzella e dai giudici Giovanni Gallo e Antonio Gatto che le esigenze cautelari sono mutate, o quanto meno attenuate, per i due ex sindaci di Otranto: Luciano ha ricoperto la carica dal 2007 al 2017, e Pierpaolo dal 2017 fino alle dimissioni presentate all’indomani dell'arresto.
In particolare, i legali nell’appello cautelare avevano chiesto la sostituzione della detenzione, da carceraria a domiciliare, sottolineando alcuni aspetti finalizzati a dimostrare che non ci siano rischi né di reiterazione del reato, né di inquinamento probatorio: innanzitutto, non sono più primi cittadini; Pierpaolo è stato anche sospeso dall’Ordine professionale degli ingegneri a cui è iscritto e i progetti e le pratiche edilizie a sua firma sono state dichiarate dal Comune "improcedibili"; in città c'è un commissario prefettizio e nel frattempo l’ufficio tecnico (tra trasferimenti, pensionamenti e indagini) è stato completamente rinnovato.
Come anticipato, la prima istanza fu respinta dalla gip firmataria dell’ordinanza di custodia cautelare, che valutò come ancora immutata la capillare rete di rapporti di cui ancora potrebbero giovarsi i fratelli, e sottolineò l’assenza di ravvedimento riguardo alle condotte contestate.
Le motivazioni del Riesame saranno depositate nei prossimi giorni, poi la difesa valuterà il ricorso in Cassazione.

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