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Giovedì, 18 Aprile 2024
Cronaca

Inchiesta “Favori&Giustizia”, il caso piscina abusiva resta aperto

La Procura di Lecce ha revocato l’istanza di archiviazione avanzata dal pm Arnesano, nel procedimento per abusivismo con indagato il primario Trianni

LECCE - Revocata la richiesta di archiviazione nel procedimento per abusivismo edilizio, relativo alla realizzazione di una piscina nella villa del primario di neurologia presso il “Vito Fazzi” di Lecce Giorgio Trianni, con indagati il medico e la moglie.

Ad annullare l’istanza, che portava la firma del sostituto procuratore Emilio Arnesano, al centro dell’inchiesta su scambi di favori illeciti in particolare con personaggi di rilievo della Asl di Lecce tra i quali lo stesso Trianni, è stata proprio la Procura di Lecce, attraverso il pm Maria Vallefuoco. La stessa Procura che aveva segnalato ai colleghi di Potenza i comportamenti “anomali” del magistrato salentino, mettendo così in moto la macchina della giustizia. La stessa Procura che oggi è tornata a prendere le distanze, annullando quanto era contenuto nell’istanza di archiviazione ritenuta dagli inquirenti potentini frutto del pagamento di due battute di caccia dal costo di 700 euro l’una da parte di Trianni.

Il procedimento sulla piscina quindi tornerà alle battute iniziali. E’ stato questo l’esito dell’udienza (in camera di consiglio) di oggi, davanti al gip (giudice per le indagini preliminari) Simona Panzera, che ha preso atto della revoca, rinviando gli atti alla Procura. A volerci vedere chiaro su quell’istanza di archiviazione, prima ancora che scoppiasse il terremoto giudiziario, era stata lo stesso gip: non la accolse de plano e valutò che la questione dovesse essere approfondita, ascoltando le parti.

Il caso della piscina è contenuto nell’ordinanza di custodia cautelare emessa lo scorso dicembre dal gip di Potenza Amerigo Palma: per l’accusa, Arnesano avrebbe disposto il dissequestro del manufatto (con provvedimento del 20 marzo 2018), in cambio del pagamento di due battute di caccia organizzate dall’amico Carlo Siciliano (il direttore del dipartimento di medicina del lavoro e di igiene ambientale dell’ospedale “Vito Fazzi” di Lecce arrestato nell’ambito della stessa inchiesta), in Pietrapertosa, contrada Visciglieta (Potenza), per il 23 febbraio e il 24 marzo del 2018.

Secondo il gip Palma, sono eloquenti alcuni dialoghi intercettati attraverso la microspia piazzata nel locale ristoro del Dipartimento della Medicina del Lavoro, durante i quali Siciliano dà precise indicazioni al collega Trianni su come comportarsi con il magistrato durante la gita in Basilicata in caso di pioggia: “Tu devi farlo sparare, tu non hai capito niente, se tu lo porti e non spara considera che quella cazzo di piscina non la apri più (ridono), detto fra me e te eh, detto tra me e te”.  

A Trianni, ai domiciliari dal 6 dicembre, il gip Palma ha concesso la possibilità di svolgere l'attività professionale nel suo studio e con visite a domicilio, così come richiesto dagli avvocati difenori Luigi Suez e Stefano Chiriatti. 

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