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Cronaca Muro Leccese

Inchiesta “Re Artù”, il pm nega l’interrogatorio all’ex senatore Ruggeri

Respinta l’istanza dell’assessore al Welfare di avere un confronto col magistrato che ha indagato sul suo conto. Intanto, arrivano le prime decisioni del Tribunale del Riesame: revocati i domiciliari all'ingegnere Maggiulli

LECCE - Dopo giorni di silenzio, l’ex senatore Totò Ruggeri, 72 anni, di Muro Leccese, assessore regionale al Welfare, era pronto a parlare per difendersi dalle accuse contenute nell’inchiesta “Re Artù”, sfociata lo scorso 7 luglio in clamorosi arresti e perquisizioni, e  in cui è considerato il principale indagato. Ma il pubblico ministero Alessandro Prontera, titolare del fascicolo in cui sono ipotizzati i reati di corruzione, traffico di influenze illecite e falso ideologico commesso dal pubblico ufficiale in atti pubblici, gli ha negato la possibilità di sostenere un interrogatorio.

L’istanza era stata presentata nei giorni scorsi attraverso gli avvocati Giuseppe Fornari e Salvatore Corrado, su suggerimento dei quali, dopo il suo arresto, Ruggeri aveva scelto di avvalersi della facoltà di non rispondere davanti alla giudice Simona Panzera, così da avere più tempo per visionare le copiose carte del procedimento.

“Ne prendiamo atto e andiamo avanti. Dal canto mio resto convinto che non ci fossero ab initio e che, a maggior ragione oggi non ci siano, le esigenze cautelari che giustificano la permanenza di Salvatore Ruggeri agli arresti domiciliari”, ha commentato l’avvocato Fornari.

Essendo scaduti i termini per presentare ricorso al Riesame, i legali proveranno a ottenere la revoca della misura dalla stessa giudice che l’ha disposta.

Proprio oggi, invece, è arrivata la decisione dei giudici della Libertà nei riguardi di Pierpaolo Cariddi, 56 anni, dell’ingegnere Emanuele Maggiulli, 56, di Muro Leccese, e di Antonio Ermenegildo Renna, 67, di Alliste.

Per il primo è stato confermato il divieto di dimora, in ragione del quale all’indomani del blitz della guardia di finanza fu sospeso dalla Prefettura (come previsto dalla legge Severino) dall’incarico di sindaco di Otranto. Attraverso gli avvocati Gianluca D’Oria e Mauro Finocchito, Cariddi aveva sostenuto la legittimità della nota ritenuta dagli inquirenti falsa, sul differimento dei lavori per il ripristino dell’arenile del lido Atlantis, collocato in zona Porto Craulo e di proprietà di Ruggeri, effettivo titolare della struttura (anche se non ricopre la carica di amministratore unico dal 23 aprile 2012).

Secondo la difesa, l’atto corrispondeva al vero, poiché la normativa Covid aveva differito tutti i termini, amministrativi e procedimentali, anche relativi all'esame delle pratiche riguardanti il ripascimento degli arenili, previsti dalle linee guida regionali. I legali avevano sollevato anche l’eccezione relativa all’inutilizzabilità delle intercettazioni che riguardano il loro assistito, poiché disposte nell’ambito di un procedimento connesso.

E’ stata notevolmente alleggerita, invece, la misura disposta nei riguardi di Maggiulli che, in qualità di dirigente dell’Ufficio tecnico di Otranto, è accusato di aver sottoscritto la nota “incriminata”: dai domiciliari ha ottenuto il divieto di dimora nel comune di Otranto.

La difesa, rappresentata dall’avvocato Antonio Quinto, aveva rilevato la mancanza delle esigenze cautelari, poiché l’interessato, oltre a non risiedere ad Otranto, non è più da tempo in servizio presso l’amministrazione idruntina, ma lavora al Comune di Calimera.

In particolare, nell’impugnativa, il legale aveva contestato la sussistenza dei profili di colpevolezza posti a base dell’ordinanza per la non riconducibilità della comunicazione ritenuta falsa dagli inquirenti ad una azione causale dell’ingegnere, ma soprattutto l’abnormità della misura cautelare degli arresti, disposta nei confronti di un tecnico che non ha precedenti penali e che è ormai lontano dal contesto in cui si sono verificati in fatti.

“Non nascondo soddisfazione perché, al di là di ogni considerazione sul merito della vicenda e sulla esistenza o meno di una copertura normativa dei provvedimenti assunti nel periodo in questione, la decisione ristabilisce un certo equilibrio tra le giuste esigenze di approfondimento dei fatti e il doveroso rispetto della libertà personale dell’interessato”, ha dichiarato l’avvocato Quinto.

Nessuno sconto è stato concesso a Renna, finito ai domiciliari perché, in qualità di commissario straordinario unico dei Consorzi di bonifica (ente di diritto pubblico), secondo con l’accusa avrebbe ricevuto insieme con Ruggeri, ingenti quantità di mitili, crostacei, pescato, non meno di dieci chili di aragoste, casse di vino, in cambio del suo interessamento alla proroga del contratto (in scadenza) nel consorzio “Arneo” di Nardò di un familiare di Luigi Marzano, 75 anni, di Leverano. I suoi difensori Luigi Covella e Francesco Fasano davanti ai giudici del Riesame avevano sostenuto che la nomina non rientrava nei suoi poteri, ma era fiduciaria, non c’era un concorso.

Oltretutto, secondo le argomentazioni della difesa, non ci sarebbe prova che il 67enne abbia ricevuto regalie. E comunque quella ipotizzata avrebbe un valore modesto non ricollegabile alla conferma della lavoratrice che per il pm ammonterebbe a oltre 200mila euro.

Sempre secondo i legali, anche in merito al concorso per l’assunzione di due geometri, non ci sarebbero riscontri sul fatto che l’indagato abbia concorso alla attribuzione di un voto superiore a quello dovuto e se la prova ci fosse, il reato non sarebbe quello di falso in atto pubblico, non essendo l’attribuzione del voto una attestazione (come previsto dal codice penale all’articolo 479) ma una valutazione.

In ogni caso, per la difesa, le esigenze cautelari sarebbero inesistenti e il gip non avrebbe indicato i fatti (diversi dai reati) che possano far pensare alla reiterazione del reato o all’inquinamento delle prove.

Non è stato dello stesso avviso il collegio presieduto dal giudice Carlo Cazzella, ma per conoscere le motivazioni bisognerà attendere i prossimi 45 giorni.

Si discuteranno invece nella giornata di domani, sempre davanti al tribunale del riesame, le posizioni del sindaco di Scorrano Mario Pendinelli, 57 anni (con l’avvocato Corrado Sammarruco), del medico Elio Vito Quarta, 77 anni, di Carmiano, (assistito dall’avvocato Luigi Corvaglia); per il commercialista Giantommaso Zacheo, 50, di Carpignano (con l’avvocato Dario Congedo). Tutti all’obbligo di dimora.

Si discuterà invece il 5 agosto il ricorso di Fabio Marra, 55, di Galatone, colpito dal divieto di svolgere l'attività professionale (assistito dall’avvocato Luigi Covella).

Nessuna richiesta al momento è stata avanzata da Massimiliano Romano, 52 anni, di Matino (assistito dall’avvocato Dario Paiano) e dal consigliere regionale Mario Romano, 72 anni, di Matino (con l’avvocata Maria Greco), entrambi ai domiciliari, e da Antonio Greco, 49 anni, di Carpignano Salentino, all’obbligo di dimora (difeso dall’avvocato Dimitry Conte).

E' attesa infine la decisione della giudice Panzera sulla richiesta avanzata dal pubblico ministero di sospendere l'ex direttore generale della Asl di Lecce Rodolfo Rollo. Questi, quindici giorni fa, dopo aver sostenuto un lungo interrogatorio, aveva depositato attraverso il suo legale Massimo Manfreda una memoria difensiva.

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