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Cronaca

Inchiesta “Re Artù”, la giudice sospende l’ex dg della Asl di Lecce per un anno

Eseguito questa mattina il provvedimento nei riguardi di Rodolfo Rollo che all’indomani della bufera giudiziaria si era dimesso tornando a ricoprire il ruolo di direttore di distretto

LECCE - A partire da oggi e per un anno, Rodolfo Rollo, 61 anni, di Cavallino, non potrà più ricoprire il ruolo di direttore di distretto della Asl di Lecce. A imporglielo è stata la giudice Simona Panzera che ha così accolto la richiesta di sospensione avanzata dal pubblico ministero Alessandro Prontera, titolare dell’inchiesta “Re Artù”, in cui il professionista è indagato per corruzione.

Proprio all’indomani dell’operazione che il 7 luglio scorso provocò un terremoto nella politica e nella sanità locale, Rollo rassegnò le dimissioni da direttore generale, tornando così naturalmente a occupare il precedente incarico.

Un ruolo che, secondo la difesa dell’indagato, rappresentata dall’avvocato Massimo Manfreda, riguardando esclusivamente le risorse umane e non comportando alcuna gestione di budget economici avrebbe reso nulla l’esigenza cautelare del rischio di reiterazione del reato sostenuta nell’istanza del pm.

Sarà probabilmente questa la tesi che il legale continuerà a sostenere nei prossimi giorni dinanzi al tribunale del Riesame con l’obiettivo di ottenere la revoca della misura interdittiva.

L’episodio che riguarda il medico è quello relativo all’assunzione a tempo pieno e determinato di un suo familiare con incarico di dirigente professionale ingegnere nell’ospedale “Panico” di Tricase. Secondo il quadro accusatorio, quel posto sarebbe stato creato ad hoc come contropartita del suo appoggio al progetto di suor Margherita Bramato, 72enne di Tricase, finalizzato a fare in modo che l’azienda sanitaria acquistasse prestazioni dialitiche erogate dall’ente “Panico”, di cui è rappresentante legale, presso la propria struttura “Santa Marcellina” a Castrignano del Capo.

Racconta ancora l’inchiesta che a fare da intermediario tra i due, prodigandosi a velocizzare la pratica, sarebbe stato l’ex senatore e assessore regionale al Welfare Totò Ruggeri, e che la suora, ottenuta la delibera commissariale di Rollo, il 5 agosto del 2019, e per garantirsi anche le successive determinazioni attuative da parte dello stesso, avrebbe dunque proceduto all’assunzione del parente.

In un lungo interrogatorio, il professionista negò ogni addebito dinanzi alla giudice e, successivamente, attraverso l’avvocato Manfreda, presentò una memoria finalizzata proprio a dimostrare l’assenza di eventuali interferenze tra il ruolo attuale di Rollo e l’inchiesta.

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