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Cronaca Matino

Inchiesta “Re Artù”, Romano al pm: “Nessun accordo illecito con l’imprenditore”

Per tre ore, Massimiliano Carmelo Romano ha cercato di chiarire la sua posizione davanti al pm Alessandro Prontera. E’ ai domiciliari dal 7 luglio scorso per corruzione

MATINO - Dopo l’avviso di conclusione dell’inchiesta “Re Artù”, in cui è indagato per corruzione in concorso col padre Mario e con l’imprenditore Fabio Marra, Massimiliano Carmelo Romano ha chiesto e ottenuto di essere interrogato dal pubblico ministero Alessandro Prontera.

In tre ore di confronto che si è tenuto ieri pomeriggio nella stanza del pm, nel Palazzo di giustizia di viale Michele de Pietro, a Lecce, alla presenza degli avvocati difensori Dario Paiano e Francesca Conte, il 52enne di Matino ha negato di aver, in qualità di consigliere provinciale e vicepresidente della Provincia di Lecce,  siglato alcun accordo illecito.

Secondo il quadro accusatorio, l’indagato si sarebbe adoperato a velocizzare le procedure di rilascio dell’autorizzazione ambientale a Marra, titolare di aziende impegnate nella raccolta e nel trattamento dei rifiuti, in cambio dell’assunzione da parte di quest’ultimo di una persona dalla quale, il padre Mario, già consigliere regionale, avrebbe ricevuto soldi per il procacciamento di un’occupazione.

In particolare, stando a quanto messo nero su bianco nell’avviso di conclusione delle indagini, Massimiliano Romano si sarebbe fatto carico di recuperare la documentazione necessaria a riscontrare lo stato della pratica di interesse dell’imprenditore in Provincia, recuperando anche le informazioni necessarie a superare possibili lacune o criticità; avrebbe inoltre fatto pressioni al funzionario dell’Ente, per velocizzare la tempistica per il rilascio. Per il pm non sarebbe dunque una coincidenza che la pratica andò a buon fine il 25 febbraio del 2021 e, proprio il giorno dopo, fu assunto l’uomo caldeggiato dai Romano.

Ma, come detto, l’indagato ha risposto alle domande del pubblico ministero, cercando di chiarire la sua posizione e dimostrare l'estraneità alle accuse.

A seguito dell’interrogatorio, la difesa valuterà se chiedere la revoca o la sostituzione della misura cautelare dei domiciliari, disposta dallo scorso 7 luglio e in seguito alla quale il 52enne è stato sospeso dalla carica di consigliere comunale.

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