rotate-mobile
Cronaca

Inchiesta sui fondi all'antiracket, udienza fiume al Riesame per Monosi

I giudici devono decidere sulla revoca della misura interdittiva e sull'eventuale applicazione dei domiciliari

LECCE – E' durata oltre cinque ore l'udienza, dinanzi al tribunale del Riesame, dell’ex assessore (poi dimissionario) Attilio Monosi. I giudici sono chiamati a decidere su un doppio ricorso: quello presentato dai legali di Monosi, gli avvocati Riccardo Giannuzzi e Luigi Covella, che hanno chiesto la revoca della misura interdittiva nei confronti del loro assistito, e quello depositato dalla Procura, che ha chiesto la misura cautelare degli arresti domiciliari. Il gip Giovanni Gallo ha emesso la misura interdittiva (poi confermata) e rigettato la richiesta di misura cautelare. La decisione sarà depositata nei prossimi giorni.

Dinanzi al Riesame accusa e difesa si sono dati "batttaglia", sostenendo con garbo ma fermezza le proprie posizoni. Gli avvocati di Monosi hanno evidenziato come le accuse rivolte al loro assisitito siano deboli sotto il profilo probatorio, e tali da non giustificare alcuna misura cautelare. Per l'accusa, rappresentata dai pubblici ministeri Roberta Licci e Massimiliano Carducci, invece, si tratta di fatti gravi.

Quella di Monosi è una posizione legata a presunte irregolarità nel pagamento delle opere di ristrutturazione presso lo sportello di Lecce, pagate con i fondi comunali anziché con quelli erogati dall’apposito ufficio. “Un errore – ha spiegato Monosi – avvenuto nel 2013. La copertura finanziaria c’era, ma a finanziare l’opera doveva essere il Ministero”.

L’assessore ha spiegato che dopo avere saputo di quanto avvenuto, si è subito attivato per il recupero della somma in via bonaria, senza però ottenere il risultato sperato, a causa delle cattive condizioni economiche dell’impresa. Pe questo, nel maggio del 2016, la giunta ha deliberato di procedere per vie legali al recupero del denaro, versato poi nelle casse comunali il 20 luglio del 2016 (circostanze supportate da riscontri documentali).

“Non ero a conoscenza di fatti gravi – ha detto Monosi – altrimenti avrei denunciato tutto. Ho sempre fatto solo e unicamente l’interesse dell’ente che ho rappresentato con la mia carica, cercando di trovare la soluzione più idonea. L’attività di un dirigente è autonoma e indipendente, senza essere soggetta al mio controllo. Sono sereno e convinto di aver chiarito ogni aspetto di questa vicenda che mi addolora come uomo e amministratore pubblico, ma da cui uscirò a testa alta”.
 

Si parla di

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Inchiesta sui fondi all'antiracket, udienza fiume al Riesame per Monosi

LeccePrima è in caricamento