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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca

Inchiesta sul derby, altri tesserati rischiano di finire nella bufera

Gianni Carella e Fabio Giacobbe, gli amici di Andrea Masiello arrestati lunedì scorso con l'ex calciatore del Bari, hanno lasciato il carcere a breve. Le loro rivelazioni riguarderebbero anche altre gare del campionato di serie A

 

 
LECCE – Gianni Carella e Fabio Giacobbe, gli amici di Andrea Masiello, arrestati lunedì scorso con l’ex calciatore del Bari, hanno lasciato il carcere. Il gip del tribunale di Bari ha espresso parere favorevole sulla scarcerazione dei due. Anche i presunti complici del difensore, attualmente in forza all’Atalanta, confinato da giovedì nella sua casa di Bergamo, hanno ottenuto gli arresti domiciliari.
L’attenuazione della misura cautelare scaturirebbe dall’atteggiamento pienamente collaborativo mostrato dai due nel lungo interrogatorio di ieri pomeriggio dinanzi al pubblico ministero Ciro Angelillis, in cui Carella e Giacobbe avrebbero cambiato la propria versione dei fatti. Gli indagati, così come aveva fatto nei giorni scorsi Masiello, avrebbero riconosciuto nell’imprenditore leccese Carlo Quarta, l’uomo che lo scorso 22 agosto avrebbe consegnato, in un hotel alle porte di Lecce, la somma di 230mila come presunto compenso per aver “truccato” il derby del 15 giugno.
“I soldi – avrebbero confessato Carella e Giacobbe al sostituto procuratore Ciro Angelillis – erano contenuti in una busta e avvolti da fascette”. In quella gara Andrea Masiello, per sua stessa ammissione, avrebbe realizzato volontariamente l’autogol che suggellò la vittoria dei salentini e la salvezza del club giallorosso. Parte di quei soldi, circa 50mila euro, sarebbero stati consegnati direttamente nelle mani del difensore, mentre gli altri 180 mila euro sarebbero stati spartiti da Carella e Giacobbe.
Sembra dunque aggravarsi la posizione di Quarta, candidato alle prossime comunali con la lista civica “Grande Lecce”, che lontano dal capoluogo salentino e dalle polemiche respinge ogni accusa e si dice pronto a dimostrare che si tratta di fatti privi di fondamento. Al momento nessun atto ufficiale è stato notificato all’imprenditore e al suo legale, ma nuovi sviluppi potrebbero arrivare dopo le vacanze pasquali. I quattro risultano al momento indagati per frode sportiva, reato previsto dalla legge 401 del 1989, che prevede pene dai tre mesi ai due anni.
Le indagini proseguono e presto, secondo alcune indiscrezioni, altri tesserati potrebbero finire nel registro degli indagati. La presunta consegna del denaro sembra ormai un dato già acquisito dagli inquirenti, che vogliono capire la provenienza e la finalità di quei soldi e se, come dichiarato da alcuni ex calciatori del Bari, Quarta avrebbe agito come emissario dei Semeraro.
Certo è che i due avrebbero sia rivelato l'identità delle persone coinvolte nella presunta trattativa sul derby Bari-Lecce, sia fornito chiarimenti su altre gare, come Bologna-Bari, venuta dopo il confronto con i salentini, ma anche Udinese-Bari, della stagione precedente. Si tratterebbe di dichiarazioni in linea con quelle di Masiello, come rilevato dal gip. I difensori dei due indagati, gli avvocati Mario e Carlo Russo Frattasi, "per questioni di opportunità", la prossima settimana rinunceranno ai mandati difensivi. 
 
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