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Martedì, 23 Aprile 2024
Cronaca

Gasdotto, per le richiesta di archiviazione si va in camera di consiglio

Due le inchieste rispetto alle quali la procura della Repubblica ha chiesto di non procedere. Ma il Comune di Melendugno si è opposto

LECCE – Si dovrà andare in camera di consiglio, fissata al 30 novembre, prima che il giudice per le indagini preliminari, Cinzia Vergine, si pronunci sulla richiesta di archiviazione avanzata dalla procura di Lecce sulle due inchieste attualmente aperte il relazione al progetto di gasdotto Tap.

Una è incardinata sull’applicabilità della normativa Seveso – quella cioè sul rischio di incidenti rilevanti –, alla fine esclusa con l’avallo di tutte le istituzioni preposte, e l’altra sulla validità dell’autorizzazione unica rilasciata dal ministero dello Sviluppo Economico nel dicembre del 2014, che il Comune di Melendugno contesta perché entro il termine indicato – maggio 2016 – non sarebbe stata avviata nessuna vera attività di cantiere per come descritta dal ministero dell’Ambiente.

L’elemento discriminante è l’apertura del per il pozzo di spinta, oltre all’ottemperanza di tutte le prescrizioni ante operam contenute nel parere positivo di valutazione di impatto ambientale. Ma anche su questo versante, il Mise ha ritenuto configurabili come “avvio di cantiere” le attività preliminari fino ad oggi avviate.

L’amministrazione comunale, guidata dal sindaco Marco Potì, si è opposta alla richiesta di archiviazione a firma del procuratore capo Cataldo Motta. E ora si dovrà attendere il 30 novembre per sapere cosa ne pensa il gip.

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