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Cronaca Presicce

Indagata per tentato omicidio, finisce in carcere per droga: arriva il verdetto

Si chiude con una condanna a tre anni e 4 mesi di reclusione il procedimento per detenzione ai fini di spaccio avviato durante le indagini (ancora in corso) sul ferimento a colpi di pistola di un 61enne di Presicce-Acquarica

PRESICCE/ACQUARICA - Sottoposta a una perquisizione personale nell’ambito di un procedimento in cui è indagata per tentato omicidio, alla fine Valentina Ingrosso, 31enne, residente a Presicce-Acquarica, era finita dietro le sbarre per detenzione ai fini di spaccio di circa 30 grammi di cocaina. Tanti ne sequestrarono il 17 gennaio scorso i finanzieri quando la fermarono per strada, trovandole addosso anche cinque telefoni cellulari. 

Oggi, è arrivato il verdetto per l’imputata nel processo col rito abbreviato in cui era difesa dall’avvocato Umberto Leo: tre anni e quattro mesi di reclusione, più 4mila euro di multa, a fronte di una richiesta a sei anni invocata dalla sostituta procuratrice Erika Masetti.

La sentenza è stata emessa nelle scorse ore dalla giudice del tribunale di Lecce Giulia Proto che, su sollecitazione della difesa, ha riconosciuto l’ipotesi più lieve del reato di spaccio. 

Quanto all’inchiesta sul tentato omicidio, invece, le indagini sono ancora in corso. 

Stando alla versione della vittima, un 62enne di Presicce-Acquarica, gestore di un parcheggio nei pressi di un lido, il 7 dicembre del 2022, intorno alle 16.30, incontrò la donna che avrebbe dovuto saldare parte di un debito di 30mila euro accumulato in tre anni (per l’acquisto di un veicolo, di una moto, di un cavallo per il figlio e di mobili) nei suoi riguardi; dal luogo dell’appuntamento, in una zona di Presicce-Acquarica, nota come “Calvario”, si sarebbero spostati con l’auto del malcapitato e dopo aver percorso la provinciale 332 in direzione Torre Mozza, si sarebbero appartati in una zona di campagna. Qui, la 31enne avrebbe estratto dalla borsetta una pistola e avrebbe aperto il fuoco contro di lui per tre volte, facendolo cadere al suolo, poi altre due ancora, per poi dileguarsi a piedi.

Attraverso l’analisi dei tracciati forniti dai gps, gli investigatori riuscirono a risalire all’individuo che l’avrebbe raggiunta con un’auto, aiutandola a fuggire e con il quale l’indagata sarebbe tornata sul luogo del delitto per sincerarsi se il presunto creditore fosse deceduto e alterare le prove.

Nel cercare riscontri alle accuse, la pm Giovanna Cannarile (titolare del fascicolo) emise un decreto di perquisizione finalizzato all’eventuale sequestro di armi ma anche di documentazione utile a provare il prestito del 62enne alla donna, e durante il quale fu rinvenuta la droga. 

La stessa vittima (assistita dall’avvocato Francesco Stocco) risulta a sua volta indagata perché sospettata del reato di detenzione abusiva di arma.

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