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Cronaca Via Giuseppe Palmieri, 72

Ordigno alla caffetteria del centro, si contano i danni. E scatta il sopralluogo del questore

Il Caffè Paisiello ha riaccolto, già nella mattinata, i propri clienti. Sul posto, oltre agli operai che hanno avviato i lavori di riparazione dopo la deflagrazione della notte, anche i dirigenti della questura leccese. Le indagini sono nelle mani della squadra mobile

LECCE  - Una parola su tutte: nonostante. Nonostante la rabbia. Nonostante la stanchezza. Nonostante la paura. Una parvenza di normalità ha inondato il Nuovo Caffè Paisiello quando, questa mattina, i gestori hanno riaperto i battenti ai clienti. Nonostante una nottata in bianco. E numerosi pensieri neri. In piazzetta Bonifacio IX, sono arrivati anche gli operai, già al lavoro per rimettere in sesto il portone sventrato dalla deflagrazione avvenuta alle tre, e salvare il salvabile. Sulla pavimentazione, ancora i cocci residui della pioggia di vetri provocata dall’esplosione. Uno stillicidio di schegge che ha rischiato di provocare conseguenze alle comitive ancora in giro lungo le vie del capoluogo.

Un ordigno rudimentale, ma potente, hanno dichiarato i funzionari della Polizia di Stato di Lecce, i quali hanno raggiunto la caffetteria a metà mattinata. Oltre al questore, Vincenzo Carella, anche il capo di gabinetto, Massimo Gambino e il dirigente della squadra mobile, Rocco Carrozzo. Rappresenta un segnale forte e rassicurante  la presenza del personale della questura, il quale ha avviato le indagini già a partire dalla nottata. Un messaggio che non basta. Al vaglio degli investigatori, la serie di videocamere di sorveglianza installate lungo via Giuseppe Palmieri, di cui una proprio di fronte al civico 72, dove si trova il bar preso di mira dai malviventi. I dispositivi sono numerosi e posizionati in punti strategici: potrebbero contribuire nella ricostruzione del tragitto percorso dai responsabili dell’accaduto, che ora sono ricercati.

Perché ora servono risposte concrete ai cittadini leccesi e ai residenti della zona. Ancora scossi da quella devastante deflagrazione che, a metà degli anni Novanta, svegliò gli abitanti del centro storico, a causa di una bomba piazzata nei pressi della sede dell’impresa funebre “Sales srl”. Era la stagione delle bombe, del racket che teneva sotto scacco la penisola salentina. E ora si temono recrudescenze. Oltre a torcicollo e passi indietro.

Nella notte a cavallo tra giovedì e venerdì, infatti, un petardo di grosse dimensioni è stato fatto esplodere nei pressi della trattoria “Pane e pomodoro” di Campi Salentina, gestita da un 40enne di Squinzano. Coincidenze, si è detto. Vandali. Noie giovanili. Bravate. Quasi contemporaneamente, le due vetrine dell’altro storico bar, il “Carletto” di Piazza Partigiani, sono state crivellate con cinque proiettili, esplosi da una pistola calibro 7,65. Presumibilmente da qualcuno che ha sparato in sella a una moto di grossa cilindrata, direttamente dalla strada. Due mesi prima, il 13 ottobre, una raffica di colpi fu invece indirizzata a un altro esercizio commerciale, nel rione Salesiani: il Bellini Caffè, all’angolo tra via Monti e via De Giorgi.

E’ precoce definire, e seguire, un’unica pista, ma il solco investigativo più accreditato, almeno al momento,  sembra essere quello delle estorsioni. I gestori del locale colpito questa notte hanno dichiarato di non aver subito minacce, né di aver subito gesti intimidatori di qualsivoglia natura. Resta un sospetto. Poco più di un’ipotesi che rasenta però la certezza. Le festività alle porte stanno facendo lievitare il panico tra i cittadini. Alla paura di potenziali escalation di rapine, in vista del Natale, si è sommato il timore della “riscossione di crediti”. Della tredicesima.

Il sopralluogo del questore. Le videocamere in zona

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