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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Cronaca Copertino

Agguato mortale a Copertino: ascoltati a decine, domani l’autopsia del carabiniere

Nessun fermo in giornata per l’uccisione dell’ex maresciallo dell’Arma. Decine di ascolti da parte degli inquirenti: si indaga anche nella sfera professionale di recente conclusa. A ore l’esame autoptico

COPERTINO – L’ascolto dei famigliari. Conoscenti. Contatti recenti. A ritmo incalzante, per tutto il corso della giornata, gli inquirenti hanno verbalizzato le dichiarazioni rese dalle persone che, negli ultimi tempi, hanno incrociato Silvano Nestola, il 46enne maresciallo dei carabinieri in quiescenza, ammazzato con quattro colpi di fucile a pallettoni nella tarda serata di ieri. Nessun fermo. Nessun indagato. Anche i quattro individui ascoltati a San Donaci nelle ultime ore sono stati rispediti a casa. Come tutti gli altri. Assieme al nucleo familiare convocato in caserma, in tanti sono stati invitati dalle forze dell'ordine a un racconto sulle ultime ore dell'ex militare.

Quella del Brindisino, del resto, è solo una delle tante piste che gli uomini dell’Arma stanno battendo per cercare di avvicinarsi, tassello dopo tassello, alla verità. Ma vi è ben poco da incastrare nel puzzle investigativo: complesso risalire agli autori dell’efferato gesto se manca il movente. E viceversa. Lo stesso contesto nel quale è maturata la rabbia di qualcuno, poi trasformata in furia omicida, non è praticamente individuabile. Potrebbe essersi trattato di questioni di natura personale. Vecchi dissapori tra conoscenti. Contrasti con persone molto vicine alla vittima. E gli inquirenti mettono anche in conto altri scenari: antichi dissapori nati durante l’attività da militare del 46enne, per esempio. Nell'inifinito campo delle possibilità, bisognerà centrare quella capace di dare una risposta al turbamento collettivo di queste ore. E non sarà affatto semplice.

Prima di essere riformato per questioni di salute a settembre scorso, il militare aveva prestato servizio sia presso il Nucleo informativo del comando provinciale leccese, sia nella caserma di San Pietro Vernotico, dal 2012 al 2015. Al setaccio, dunque, anche i contatti di entrambi gli ambienti lavorativi: qui potrebbero celarsi dei trascorsi potenzialmente determinanti o comunque ricchi di indizi. La recente storia della cronaca locale evidenzia, del resto, come anche le ipotesi più plausibili possano rivelarsi errate. E che il killer potrebbe aver agito per motivi davvero imponderabili.

Intanto gli uomini dell’Arma della tenenza copertinese e i colleghi del Raggruppamento operativo speciale, sopraggiunti assieme ai colleghi della Investigazioni scientifiche e Nucleo investigativo, hanno mappato la zona di contrada Tarantino, teatro del tragico fatto di sangue, alla ricerca delle videocamere di sorveglianza più vicine. Almeno fino alla serata di oggi non sarebbero emersi fotogrammi rilevanti. Dalle videocamere si possono sì notare numerosi veicoli di passaggio nell’area circostante, ma difficile stabilire quale possa essere quella utilizzata dall’omicida.

Quest’ultimo ha indirizzato l’arma da caccia contro la vittima, al termine di una cena con la sorella e col figlio di dieci anni. I colpi calibro 12 gli hanno lacerato l’emitorace. La salma, come disposto dal sostituto procuratore Paola Guglielmi, è stata trasferita nell’obitorio dell’ospedale “Vito Fazzi” di Lecce sin dalla nottata scorsa. Nella mattinata di domani, quasi certamente, sarà conferito l’incarico al medico legale Roberto Vaglio. L’accertamento autoptico dovrebbe essere eseguito dunque già in giornata, giovedì al massimo. Sconvolta la comunità copertinese per il drammatico epilogo di quella che sarebbe dovuta essere una tranquilla serata in famiglia. E che ora attende una svolta, una verità e soprattutto un nome.

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