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Cronaca Porto Cesareo

L'indennizzo sana l'esproprio viziato: il Comune non deve restituire il terreno

Sentenza della Corte Costituzionale, investita da quella di Cassazione sulla legittimità di una norma utilizzata dall'amministrazione di Porto Cesareo dopo una procedura eseguita non correttamente. Il contenzioso era iniziato nel 2008 con un ricorso del proprietario

PORTO CESAREO – L’indennizzo monetario previsto dal Comune a beneficio del titolare del terreno espropriato integra la fattispecie dell’acquisizione sanante di una procedura non definita nei termini di legge. Lo ha deciso la Corte Costituzionale al termine di un contenzioso, iniziato nel 2008 e che si è sviluppato davanti al Tar, al Consiglio di Stato e alla Corte di Cassazione che ha poi deciso di investire i giudici costituzionali con un’ordinanza di rinvio del 2014.

Protagonisti della contesa il proprietario del terreno, ampio circa 9mila metri quadrati, e l’amministrazione di Porto Cesareo che ha proceduto all’esproprio per la realizzazione di parcheggi, area a verde e strade nei pressi del lungomare dello stabilimento “Le Dune”. Il Comune si è successivamente avvalso dell’articolo 42 bis del Testo unico sulle espropriazioni e proprio per verificare la legittimità costituzionale di quella norma la Cassazione ha rinviato la questione all’organo competente.

La Corte Costituzionale ha sancito che quell’articolo rappresenta un giusto equilibrio tra gli interessi della pubblica amministrazione e il diritto di proprietà e che l’indennizzo corrisposto copre equamente sia il danno patrimoniale che quello non patrimoniale, calcolato forfettariamente nel 10 per cento del valore veniale del bene. Si tratta di una sentenza rilevante perché oltre al centro rivierasco interessa anche molti altri comuni, a partire da quello capoluogo. 

“E’ una norma di buon senso - ha commentato Pietro Quinto che seguito la vicenda giudiziaria per conto del Comune -, coerente anche con i principi enunciati a livello europeo, non potendosi ipotizzare, che costruita un’autostrada, un ponte o una scuola, l’amministrazione, per vizi formali dell’espropriazione, debba restituire l’area al proprietario con un pezzo della strada o dell’edificio”. La battaglia giudiziaria tra Comune e proprietario continuerà per la determinazione del giusto indennizzo, ma per effetto di una ulteriore eccezione, accolta dalla Corte Costituzionale, a decidere non sarà più il giudice amministrativo, bensì il giudice ordinario.

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