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Venerdì, 29 Marzo 2024
Cronaca

Inferno di fuoco a Borgo Piave: oltre 50 ettari in fumo

Vigili del fuoco, forestale e protezione civile al lavoro per ore nelle campagne dalla frazione del capoluogo fino alla base di Torre Veneri. Quasi sicuramente dolose, le fiamme hanno lambito le case

Il ritorno sulla scena dei piromani arriva puntuale con il trionfo di una canicola insolita per settembre. Che vi sia ancora una volta la mano dell'uomo, dietro a questo immenso rogo che ha divorato almeno una cinquantina di ettari fra Borgo Piave e Torre Veneri, non lo dicono apertamente i vigili del fuoco (si aspettano come sempre gli esiti delle indagini), anche se lo lasciano intendere le dinamiche stesse con cui le fiamme si sono propagate. Due fronti del fuoco, si pensava al momento delle primissime segnalazioni, intorno alle 15,20, per poi scoprire durante l'intervento che ve n'erano almeno quattro, cinque, se non di più, nati a media distanza l'uno dall'altro e pasciuti rapidamente a suon di sterpaglie, alberelli e bassa macchia.

Un fatto che gli stessi operatori rientrati in caserma completamente anneriti dalla fuliggine che volava in aria sospinta dal vento, definiscono, senza sbilanciarsi in aperte dichiarazioni, "molto insolito" per un comune caso di autocombustione. D'altro canto, non è un mistero che una delle tecniche più frequentemente utilizzate sia proprio quella di appiccare le fiamme in punti diversi ed attendere che i fronti si ricongiungano.

Sul posto hanno lavorato per molte ore squadre dei vigili del fuoco provenienti da Lecce, Ugento e Veglie, del corpo forestale, della protezione civile fatte convergere anche da Soleto. Il fatto particolarmente grave è che, oltre al poligono di Torre Veneri dove si esercita la cavalleria corazzata, tutto intorno, e fino al centro di Borgo Piave, esistano diverse abitazioni private. Villette basse i cui residenti appaiono oggi particolarmente preoccupati. Anche perché non è la prima volta che qui divampino grossi focolai. All'inizio dell'estate era stata proprio questa zona ad inaugurare la triste stagione degli incendi, seguita a brevissima distanza dalla violenta distruzione delle Cesine. Solo qualche mese fa, un altro immenso rogo, proprio nel giorno del black-out di mezzo Salento (https://www.lecceprima.it/articolo.asp?articolo=2867). Si sentono indifesi, i cittadini di queste zone sperdute fra le immense campagne a ridosso delle marine leccesi.

Le fiamme, puntualmente, hanno distrutto uliveti ed altri campi coltivati, soprattutto hanno rischiato di investire le stesse abitazioni. "Un vero inferno, abbiamo visto le fiamme investire quasi i muretti delle case", hanno commentato i residenti con la testa fuori dalle case, osservando gli operatori al lavoro fra le fiamme. E intanto, fra la natura incenerita, il fuoco ha messo a nudo le altre mille pecche dell'uomo: parti meccaniche di auto abbandonate, grossi fusti, laterizi, persino lamiere in eternit, pericolosissime per la salute. Sotto la cenere, le discariche sparse. La natura era già stata violentata. Il fuoco ha solo dato il colpo di grazia.

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