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Giovedì, 28 Marzo 2024
La storia che “brucia” più del raid del 9 febbraio / Monteroni di Lecce

Inferno di fuoco, bruciata l’unica auto di famiglia. “Siamo in difficoltà per le cure di nostro figlio”

L’appello della famiglia del piccolo Danilo Stefano, un bimbo affetto da una grave forma di autismo. Uno dei roghi in via Cima Undici a Monteroni ha distrutto l’Audi A4 che era l’unico mezzo con il quale il padre lo accompagnava nei comuni vicini per le terapie riabilitative giornaliere. Parte la gara di solidarietà

MONTERONI - Una vicenda che brucia più delle fiamme dolose che nella notte del 9 febbraio scorso hanno incenerito, nell’arco temporale di poche ore, ben otto autovetture in due vie centrali di Monteroni. Un vero e proprio inferno di fuoco, scatenatosi intorno alle 2 di notte, tra via Tagliamento e via Cima Undici, sulla cui logica, vandalica o criminale che sia, si cerca ancora di delinearne i nebulosi contorni e identificare matrice e autori materiali.

A distanza di due settimane quella vicenda fa ancora rumore. Anche per gli strascichi e le conseguenze ulteriori che hanno colpito gli ignari e incolpevoli proprietari delle vetture completamente distrutte o danneggiate dall’irraggiamento termico.

Tra le vetture in questione c’era anche quella parcheggiata in via Cima Undici, un Audi A4, vecchio modello, nei pressi dell’abitazione della famiglia del piccolo Danilo Stefano, un bimbo di 9 anni, autistico dall'età di tre anni, che a bordo della vettura intestata alla madre e guidata dal padre, si recava giornalmente presso le strutture sociali e riabilitative dei comuni vicini per le sue indispensabili terapie.

Ora, da ormai due settimane, la famiglia di Danilo è rimasta letteralmente a piedi. L’Audi A4 era l’unico mezzo in dotazione ai suoi genitori che di chilometri ne aveva macinati a iosa in questi anni per raggiungere le strutture, anche fuori regione, nelle quali il ragazzino si è recato a più riprese per le visite specialistiche e di controllo di routine o straordinarie.

Da qui il nuovo dramma, che brucia più di quell’insensato atto incendiario. Una famiglia per bene quella del piccolo Danilo Stefano, in evidente difficoltà economica e che ha avuto l’ulteriore sfortuna di vedere coinvolta la propria auto nel raid di fuoco di quella insana notte, magari senza una ragione specifica.

“Oltre al danno ci ritroviamo con la beffa più grande che è quella di non poter portare più nostro figlio a fare la terapia giornaliera di cui ha bisogno” racconta il padre di Danilo Stefano, “quella vecchia Audi distrutta dall’incendio di quella notte era per noi l’unico mezzo a disposizione per i nostri spostamenti quotidiani, ma soprattutto l’unica macchina che consentiva di portare nostro figlio nelle strutture territoriali dove segue le terapie e le cure riabilitative e intensive di cui ha estremo bisogno”

“Ora siamo in totale abbandono e in difficoltà. Siamo rimasti a piedi nel vero senso della parola” racconta ancora il padre del piccolo Danilo, “e siano stati costretti purtroppo ad interrompere gli spostamenti per le cure di nostro figlio non avendo più a disposizione una macchina visto che la nostra è ormai inservibile dopo i danni subiti durante il rogo dei giorni scorsi. Siamo una famiglia umile e viviamo solo con il sostegno del reddito di cittadinanza. Quattro anni fa per venire incontro alle ingenti spese per il primo anno delle cure riabilitative di Danilo Stefano siamo stati aiutati da una raccolta fondi che ha visto protagonista anche il Lecce calcio. Ora dopo aver documentato le spese del primo anno di cure possiamo contare su un piccolo contributo della Regione, ma per tutto il resto non abbiamo alcun sostegno”.

Da qui l’appello che la famiglia monteronese rivolge al buon cuore dei salentini per avere in prestito o in donazione, anche temporanea, una nuova macchina che consenta di poter riprendere gli spostamenti quotidiani in quel di Lecce e Lizzanello per le cure del piccolo. Per eventuali adesioni si può contattare la nostra redazione.

L’intervento del Comune

Dopo gli incresciosi episodi del 9 febbraio scorso, come già reso noto, il sindaco Mariolina Pizzuto si è rivolta direttamente al prefetto di Lecce, Luca Rotondi, invocando con urgenza una riunione del Comitato per l’ordine pubblico e la sicurezza che si è poi svolto nelle ore successive.

Per il caso in questione lo stesso primo cittadino, con l’assessore alle Politiche sociali, Noemi Puce e l’intera amministrazione, hanno manifestato vicinanza e solidarietà così come  per tutte le vittime del raid incendiario.

L’assessore comunale, in una risposta ad un post social, ha avuto modo di precisare anche che    “come  per tutte le famiglie che non hanno un mezzo, possibilità economiche e supporto di rete familiare l’assessorato ha già messo a disposizione la possibilità di raggiungere la struttura riabilitativa per il figlio della famiglia in questione attraverso il mezzo comunale del trasporto sociale, servizio peraltro potenziato nel mese di dicembre attraverso fondi ministeriali. Dal giorno dell’accaduto abbiamo anche incontrato diverse volte le famiglie” ha concluso l’assessore Puce, “e siamo a disposizione sempre”.

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