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Cronaca

Infiltrazioni mafiose nell’economia. La prevenzione, unica arma delle imprese

Sottoscritto il protocollo di legalità, finanziato dal Pon sicurezza e messo a punto dalla prefettura di Lecce che ha coinvolto cento stazioni appaltanti sul territorio. Obiettivo: il collegamento con reti telematiche e banche dati

 

Lecce – Allarme sociale ancora no: ma il rischio che i nuovi cantieri che prenderanno piede sul territorio, generando un traffico di centinaia di migliaia di euro, possano far gola a qualcuno, è più che concreto. L’unico strumento per impedire la distorsione del mercato e rendere il Salento un terreno fertile in cui l’economia legale possa attecchire con più facilità, attraendo gli investimenti “puliti”, è la prevenzione.

Il tema è di stringente attualità e la tavola rotonda,  organizzata oggi presso il Castello Carlo V di Lecce, ha visto la partecipazione di tutte le massime autorità istituzionali, giudiziarie ed industriali del territorio. Al centro del dibattito tra esponenti amministrativi ed esperti del settore, tra cui alcuni docenti dell’Università di Bari, l’importanza degli strumenti pattizi, intesi come risorsa in grado di affermare il principio di legalità e contribuire allo sviluppo, in senso lato, del territorio: in particolare delle aree depresse, in cui il tessuto economico, sociale e culturale tiene a fatica.

“Esistono delle aree di particolare bisogno nella nostra comunità, in cui le difficoltà sono difficili da fronteggiare con i soli interventi sporadici. – ha confermato il primo cittadino di Lecce, Paolo Perrone – Condividiamo tutti lo spirito di questa iniziativa che mira a fare “rete”, con l’obiettivo di sollecitare la crescita del Salento”. L’ottimismo del sindaco è condiviso dal numero uno di Palazzo dei Celestini, Antonio Gabellone che però frena, sollevando una preoccupazione in merito “alla corretta applicazione delle norme, superando anche i vincoli posti dal patto di stabilità e gli altri intoppi che portano le imprese a rinunciare, spesso, sulla cantierizzazione delle opere pubbliche”.

Le regole del protocollo sottoscritto oggi, infatti,mirano a fronteggiare le possibili infiltrazioni criminali ed a ricreare le condizioni di trasparenza e concorrenza leale tra le imprese, attraverso due strumenti: l’istituzione di una banca dati e di un sistema telematico in grado di collegare la prefettura con tutte le stazioni appaltanti della provincia.

prefettura 011-2Ma il prefetto Giuliana Perrotta evidenzia anche l’esistenza di un limite che deriva dalla natura stessa del protocollo: il carattere di volontarietà dell’impresa che, liberamente, sceglie di vincolarsi. E poi è indispensabile“un impegno preciso da parte delle stazioni appaltanti, nell’applicare scrupolosamente le norme, utilizzando anche le misure operative che abbiamo messo a punto”.

Ma i vantaggi dell’iniziativa, passata al vaglio del ministero dell’Interno e finanziata tramite il Pon sicurezza, non mancano: le norme potenziano i controlli e rimediano ad eventuali vuoti normativi; permettono un maggiore coinvolgimento di tutti gli attori sul territorio (compresi gli enti locali, gli imprenditori, le forze sociali); determinano un effetto deterrente e contemporaneamente innalzano il senso di sicurezza percepita.

L’impegno della Regione Puglia, assunto dalla vicepresidente Loredana Capone è altrettanto forte: “Attraverso un approfondimento tecnico, intendiamo monitorare l’uso delle risorse, senza rischiare però un ritardo nell’erogazione dei fondi”. Il vincolo di spesa posto dal patto di stabilità, infatti, “rende le risorse inutilizzabili”. “Per questo – conclude - chiederemo al prefetto di collaborare per accelerare le procedure, superando i vincoli che non permettono di erogare i fondi”.

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