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Cronaca

Inganna due amici e si appropria di oltre 900mila euro: tre anni a un promotore finanziario

Si è concluso oggi il processo col rito abbreviato che vedeva imputato Antonio Macculi, 50enne di Castromediano, accusato di aver raggirato un medico e la moglie dal 2008 al 2017

LECCE - Per anni avrebbe approfittato della fiducia che una coppia di amici nutriva nei suoi confronti, arrivando a spillarle denaro per una cifra complessiva superiore a 920mila euro.

Truffa e appropriazione indebita, questi i reati dei quali rispondeva Antonio Macculi, 50 anni, residente a Castromediano (Cavallino) che, nel ruolo di promotore finanziario di una banca, a Lecce, avrebbe raggirato un medico e la moglie, dal 2008 al 2017. Per lui, la sentenza è stata di tre anni, più 1.600 euro di multa, (pena per la quale non è previsto il carcere), a fronte della richiesta della pubblica accusa, rappresentata dal pubblico ministero, Donatina Buffelli di quattro anni, più mille euro di multa.

A emetterla è stata la giudice della prima sezione penale Elena Coppola dinanzi alla quale si è celebrato in mattinata il processo discusso in abbreviato.

La richiesta di rito speciale era stata avanzata dallo stesso imputato, per il quale era stata disposta la citazione diretta in giudizio (quindi era stato mandato a processo senza il passaggio dell’udienza preliminare), attraverso gli avvocati difensori Vincenzo Magi e Mario Fazzini.

In aula, c’erano anche le due vittime come parte civile con l’avvocato Stefano Leuzzi, ma solo per una di queste (il medico) è stato riconosciuto il risarcimento del danno, con una provvisionale di 100mila euro (il resto dovrà essere quantificato e liquidato in separata sede), perché le vicende che riguardavano l'altra sono andate in prescrizione.

Le indagini partirono proprio dalla denuncia dei coniugi che avrebbero commesso l’errore di fidarsi ciecamente dell’amico, arrivando ad affidargli tutti i loro risparmi e consegnandogli personalmente il denaro da versare sui loro conti correnti. Per l’accusa, solo una esigua parte delle somme sarebbe stata effettivamente versata, mentre la parte restante, il 50enne se la sarebbe intascata, e per coprire gli ammanchi avrebbe eseguito giroconti e disinvestimenti non autorizzati. Questo, inoltre, ogni sei mesi, per rassicurarli sull’andamento degli investimenti eseguiti presentava resoconti generici sull’intera gestione patrimoniale.

Al termine dell’inchiesta, l’ex broker chiese di essere interrogato e ammise gli addebiti, specificando però che gli importi di cui si appropriò fossero inferiori a quelli riscontrati dagli inquirenti. Per questi, invece, sarebbero stati persino superiori in considerazione del fatto che le vittime si affidarono a Macculi dal 2002, ma non riuscirono a ricostruire l’entità delle somme versate prima del 2008.

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