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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca

Innamorata, ma non favorì il rapinatore: fu vittima anche lei degli inganni

Dopo quattro anni assolta una ragazza che si era invaghita di un rumeno dalla doppia identità, ricercato per una serie di colpi

LECCE - Lo conosce su Facebook e se ne invaghisce al punto che, dopo poche settimane di scambi di messaggi e foto, gli apre le porte di casa a Gallipoli. Ma quel rumeno bello e affascinante, partito da Bologna per il Salento e che diceva di chiamarsi Georghi, non era abile solo a rapire cuori giovani e ingenui. La sua specialità, oltre alle menzogne, erano le rapine a mano armata in banca.

Su di lui pendeva un’ordinanza di custodia cautelare in carcere per tre colpi messi a segno proprio nel capoluogo emiliano. Così, lei, S.P., giovane barista gallipolina, credendo di aver trovato l’amore nella Rete, si è ritrovata in un mare di guai. Quella relazione le è costata un processo per favoreggiamento nel quale ha rischiato una condanna a due anni. Tanti ne aveva invocati il pubblico ministero Francesca Miglietta.

Ma il giudice per l’udienza preliminare Vincenzo Brancato, sulla scorta della documentazione prodotta dal difensore della ragazza, l’avvocato Biagio Palamà, ha ritenuto che fosse stata anche lei “vittima” di quel Georghi risultato essere il latitante Cristian Constantin Gubendreanu, 34enne di nazionalità rumena. Dopo quattro anni dai fatti, la malcapitata è stata assolta con formula piena “perché il fatto non sussiste” nel processo discusso nei giorni scorsi col rito abbreviato.

Comunicato stampa GALLIPOLI - FOTO arrestato-3Al banco degli imputati c’era anche l’ex amante. Per lui, l’epilogo è stato diverso: ha rimediato una condanna a due anni e tre mesi per aver fornito un’identità falsa ai poliziotti quando lo bloccarono sull’auto condotta dalla fidanzata e sulla quale c’era anche un altro giovane, Marco D'Amilo, 24enne di Taviano. Per lui il verdetto è stato di due anni per favoreggiamento e per ricettazione, perché durante la perquisizione domiciliare spuntarono alcune schede bancomat rubate.

La fine della latitanza di Gubendreanu risale al 6 dicembre del 2014 e, con questa, venne a galla tutta la verità sul suo conto: scese dal treno giunto da Bologna (dove disse di essere stato per fare visita alla madre) insieme a D'Amilo; i due salirono poi sulla vettura, dove ad attenderlo c’era la ragazza. Il viaggio terminò allo svincolo per Melissano, dove gli agenti del Commissariato di Pubblica Sicurezza di Gallipoli che gli stavano dando la caccia, uscirono allo scoperto. E’ a questi che Gubendreanu avrebbe raccontato l’ultima bugia, provando a farla franca, esibendo documenti falsi.

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