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Cronaca

Inquinamento ambientale, il triste primato di Cerano

Per il Wwf la centrale di Brindisi è al 9° posto in Europa per emissione di anidride carbonica: 22,8 milioni di tonnellate nel 2006. Urso, difensore civico di Lecce: "Serve un progetto strategico"

Cerano fa sempre più paura. Fra le trenta centrali più inquinanti d'Europa, l'ecomostro brindisino si piazza al 25esimo posto, secondo la classifica stilata dal Wwf. In sostanza, prima, tristissima posizione in Italia. La lente d'ingrandimento degli ambientalisti è andata a perlustrare le emissioni di anidride carbonica. E da questo punto di vista, se il 25esimo posto riguarda le emissioni relative, la classifica viene scalata vertiginosamente, fino a raggiungere la nona posizione se si considera i dati presi in assoluto: 22,8 milioni di tonnellate prodotto nel solo 2006. Dati da far rabbrividire.

E sul caso di Cerano, che genera ovvie perplessità e forti timori anche nella provincia di Lecce, è intervenuto il difensore civico Giacinto Urso. Che scrive al presidente della Provincia, Giovanni Pellegrino, plaudendo alla "solerzia delpPresidente, Nicola Sticchi, e della Commissione da lui presieduta, che il 17 aprile scorso ha voluto sentire il direttore generale dell'Arpa di Puglia, Giorgio Assennato. Il dirigente regionale, che è una garanzia anche nel cognome - dice Urso, che chiede a Pellegrino di soffermarsi sulle sue considerazioni- , ha detto, tra l'altro, che i dati disponibili indipendenti sui microinquinanti risalgono al 1999 e che i rilevamenti attuali al camino centrale di "Cerano" avvengono a mezzo di centraline, tutte da ammodernare".

"Ha auspicato la necessità da parte della Regione - prosegue Urso - di predisporre un piano di qualità dell'aria. Dette succinte dichiarazioni, riprese dal verbale della competente Commissione, confermano che su "Cerano" si ha poco o niente di preciso sul piano di dati certi, continuativi e di gestione pubblica. A sua volta, Assennato, si è soffermato sull'incidenza dei tumori e di malattie respiratorie in crescita nella Provincia di Lecce. Considerato che tale aumento di gravi patologie è causato da vari fattori, ritiene, testualmente, ‘che il problema debba essere trattato con un progetto strategico regionale, che veda il coinvolgimento della Regione, delle Province, del Cnr e delle Università'".

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