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Giovedì, 28 Marzo 2024
Cronaca Cavallino

Inquinamento ambientale nella discarica di Cavallino, in tre a processo

Il giudice Marcello Rizzo ha rinviato a giudizio tre persone finite nell’inchiesta sulla piattaforma situata in località “Masseria Guarini”. Per un quarto imputato è stato disposto il proscioglimento

CAVALLINO - Si è conclusa con tre rinvii a giudizio e un proscioglimento l’udienza preliminare nata dall’inchiesta sui presunti illeciti commessi nella gestione della discarica di Cavallino. Al banco degli imputati sono finiti Antonio Saracino, 57 anni, di Soleto, in qualità di direttore operativo e referente Ippc (Integrated pollution prevention and control) della piattaforma di trattamento dei rifiuti e discarica, situata in località “Masseria Guarini”; Gino Montinaro, 62, di Campi Salentina, nelle vesti di presidente del consiglio di amministrazione della società “Ambiente e sviluppo s.c.a.r.l.” che gestiva la discarica; Franco Mazzotta, 72, di Lecce, chimico consulente dell’impianto.

Le accuse riscontrate in seguito alle indagini condotte dal procuratore aggiunto Elsa Valeria Mignone sono di inquinamento ambientale, getto pericoloso di cose e violazioni al testo unico sull’ambiente

Nei loro riguardi, il giudice Marcello Rizzo ha fissato la prima udienza per il 23 novembre davanti alla collega Maria Bianca Todaro, mentre ha disposto il “non luogo a procedere” per non aver commesso il fatto per Carlo Palumbo, 52enne di Lecce, responsabile del servizio di prevenzione e protezione.

Stando alle carte dell’inchiesta, Mazzotta avrebbe eseguito le analisi delle acque di falda, trascurando le informazioni relative al superamento della soglia di contaminazione dei parametri di azoto ammoniacale, manganese e nichel.

L’attività di recupero di sostanze inorganiche sarebbe avvenuta senza autorizzazione, essendo state concesse per quell’impianto solo azioni di smaltimento e triturazione. Oltretutto – sempre secondo l’accusa, sarebbe stata sversata, in modalità difforme a quanto stabilito dall’Aia rilasciata dalla Regione Puglia il 5 luglio del 2016, una notevole quantità di rifiuti sui piazzali e in aree e box scoperti che avrebbero portato al progressivo deterioramento delle strade interne alla discarica con numerose buche. Nessuna misura correttiva sarebbe stata, inoltre, adottata per evitare fenomeni di inquinamento delle acque di falda.

Questa la tesi accusatoria che gli imputati avranno modo di contrastare nel processo in cui saranno assistiti dagli avvocati Antonella Corvaglia, Federico Massa, Stefano Chiriatti e Gabriella Mastrolia.

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