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Martedì, 16 Aprile 2024
Cronaca

Inquinamento del depuratore di Andria, il sindaco Perrone tra i dodici indagati

Il primo cittadino è uno dei destinatari dell'avviso della conclusione indagini preliminari nell'inchiesta della Procura di Trani sulle presunte violazioni del depuratore di Andria. La presenza di Perrone è, comunque, un atto formale e dovuto in qualità di presidente dell'Autorità idrica pugliese

LECCE – Nuovi guai giudiziari per il sindaco di Lecce Paolo Perrone. Il primo cittadino è uno dei dodici destinatari dell’avviso della conclusione indagini preliminari nell’inchiesta della Procura della Repubblica di Trani sulle presunte violazioni nella gestione del depuratore di Andria.  La presenza di Perrone è, comunque, un atto formale e dovuto in qualità di presidente dell’Autorità idrica pugliese (il direttivo è composto da cinque sindaci pugliesi, uno per ogni provincia). Secondo l’ipotesi accusatoria avrebbe omesso (insieme a funzionari e dirigenti) di compiere atti di controllo e sanzione nei confronti del gestore dell’impianto, che scarica acque reflue inquinate nel canale Ciappetta-Camaggio.

Nei canali, in cui dovrebbe scorrere acqua pulita, vengono raccolti i liquidi di bonifica della ex zona paludosa lungo le contrade Paludi, Barberini e lungo la strada Ciappetta-Camaggio, per poi sfociare in mare, poco prima della zona industriale di Barletta. In questo canale vengono sversate le acque putride e maleodoranti provenienti dal depuratore della città di Andria, già sottoposto a sequestro proprio per l'inefficacia del processo di depurazione dei reflui.

Le analisi su alcuni campioni  rivelarono la presenza del batterio dell’Escherichia coli, responsabile della cosiddetta “sindrome emolitica uremica” che ha colpito molti bimbi pugliesi due anni fa.

Tra gli indagati ex amministratori unici dell’Aqp e numerosi tra funzionari e tecnici.

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