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Cronaca

"Blue whale" e comportamenti a rischio: si muove l'azienda sanitaria

Vecchie e nuove dipendenze, spiega la direttrice Silvana Melli, meritano un'analisi approfondita: "Non sono echi lontani di un mondo virtuale"

LECCE – Vecchie e nuove dipendenze, spesso alimentate a velocità impressionante dall'utilizzo del web e delle nuove tecnologie, finiscono nel mirino della direttrice generale di Asl Lecce, Silvana Melli.

“Gli episodi degli ultimi giorni – commenta la numero uno dell’azienda sanitaria – mi hanno fatto meditare profondamente sui giovani, che rappresentano la ricchezza della nostra società e sul ruolo cruciale che è affidato alle agenzie educative: la famiglia, la scuola, le aggregazioni sociali più ampie, ma anche in un certo senso l’azienda sanitaria quando è chiamata a promuovere la salute e a prevenire patologie sociali. Abbiamo il dovere di aprire una riflessione seria, di spalancare gli occhi su certi comportamenti pericolosi che possono provocare conseguenze anche irreparabili”.

Melli fa riferimento in particolare al caso del 21enne che si è tuffato da una scogliera molto alta, nella zona di Porto Selvaggio, ma anche all’episodio che a Molfetta ha coinvolto un minorenne e introdotto sul tavolo della discussione il fenomeno del Blue Whale che impone una serie di prove pericolose e autolesionistiche, fino al suicidio.

Nel primo episodio un intervento d’urgenza alla colonna vertebrale effettuato dai neurochirurghi del “Vito Fazzi” ha probabilmente scongiurato conseguenze nefaste. Nel secondo un adolescente è notato trovato seduto sui binari in attesa di un treno: l’arrivo dei carabinieri ha scongiurato il peggio.

“Nel villaggio globale – ha dichiarato la direttrice Melli – certi fatti possono capitare in ogni casa, non sono lontani echi del mondo virtuale, anche se con questo hanno talvolta a che fare, ma sono vita reale, un malessere che spesso ci sfiora e, alle volte, ci coglie in pieno. Ragionarne nelle istituzioni e, soprattutto, parlarne con i diretti interessati, genitori e figli, può servire a svelare temi delicati e affrontare comportamenti che, altrimenti, possono apparire incomprensibili”.

“Dobbiamo contrastare - ricorda Melli -  problemi vecchi e noti come l’alcool e le droghe, che però si ripresentano anche sotto forme nuove, ad esempio le sostanze sintetiche a basso costo e ad alto danno. Problemi ad impatto sociale ed economico, dal bullismo alle ludopatie. E insidie nuove e meno note, come la dipendenza da internet, il fenomeno degli Hikikomori, i cosiddetti ritirati sociali e ora il rito assurdo della balena blu, che può comportare atti di autolesionismo e persino propositi suicidari”.

“Di fronte a tutto ciò – sottolinea la direttrice, che anticipa il lancio di una campagna informativa destinata ai più giovani – non possiamo voltarci dall’altra parte. E’ necessario, invece, conoscere che cosa si agita in questa zona oscura, analizzare i fenomeni, scrollare via l’indifferenza, avere (e trasmettere) consapevolezza dei rischi che corrono i nostri giovani e prendere le opportune contromisure. Da istituzioni impegnate in sanità e da genitori attenti non possiamo, e non dobbiamo, permetterci di scoprire l’importanza della vita dei nostri giovani solo quando è troppo tardi e qualcuno di loro l’ha già persa”. 

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