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Cronaca

"Intolleranza in università". Lisi difende don cesare

Il sacerdote, implicato in casi giudiziari, era stato chiamato a tenere una lezione, suscitando lo sdegno del consigliere regionale di Rifondazione Manni e di diversi studenti. Voci opposte da An

"Troppo sottosilenzio sta passando, in questi giorni, la triste vicenda che ha costretto don Cesare Lo Deserto a non partecipare, in qualità di relatore in materia di organizzazione dell'accoglienza, ad un corso di carattere universitario". Se il consigliere regionale di Rifondazione comunista Piero Manni aveva gridato allo scandalo e se gli stessi studenti avevano richiesto la rimozione del sacerdote implicato nelle vicende del "Regina Pacis" dall'incarico di tenere una lezione sulla cooperazione internazionale presso l'Università del Salento, voluta dal professor Vincenzo Tondi Delle Mura, di diverso avviso è il deputato di Alleanza nazionale Ugo Lisi.

"Ogni cittadino nella nostra Repubblica è innocente fino a che una sentenza passata in giudicato non certifichi il contrario", dice Lici. "Strano che, poco tempo fa, coloro che adesso alzano le barricate contro don Cesare non hanno pensato due volte ad invitare in Ateneo chi si è macchiato di crimini contro lo Stato e contro le persone. Eppure l'Università è da sempre, per definizione, il luogo dove, più che in ogni altro posto, si deve consentire a tutti di parlare, si deve consentire a tutti di comunicare le proprie esperienze di vita, di professione, di azione e di pensiero", sottolinea Lisi.

"Dove, infatti, se non nel tempio della cultura, si deve permettere a tutti di parlare e a tutti di apprendere? E ancora: nessun altro posto come l'Università può essere il tempio dell'intolleranza, il tempio in cui ci si muove per togliere la parola alle persone piuttosto che darla.Certamente questo è un momento difficile per l'Università degli Studi di Lecce, un momento in cui le vicende giudiziarie stanno anche influenzando indubbiamente il prosieguo della normale vita quotidiana. Ciò non toglie, tuttavia, che è un problema da porre all'ordine del giorno quello di consentire a tutti di dire la propria specialmente in ambito formativo, scolastico e universitario. Non si può accettare che la prepotenza e l'arroganza di qualcuno - conclude - possano togliere il diritto di parola e di testimonianza ad altri, soprattutto a chi, come don Cesare Lo Deserto, fino ad oggi e fino a prova contraria si è messo al servizio di una grande idea di umanità e di solidarietà".

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