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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca Squinzano

Intralciavano la strada con le pecore, aggredì due pastori col crick: a giudizio

Luciano Liuzzi, 35enne di Brindisi residente a Squinzano, accusato di lesioni aggravate da futili motivi. Volto noto delle cronache locali, legato anche alla "banda della 166", fu arrestato lo scorso anno per un grottesco episodio

 

LECCE – Si aprirà il prossimo 27 novembre, dinanzi ai giudici della seconda sezione monocratica del Tribunale di Lecce, il processo a Luciano Liuzzi, 35enne di Brindisi residente a Squinzano, accusato di lesioni aggravate da futili motivi. L’imputato fu arrestato il 21 maggio 2011, al termine di brevi ma approfondite indagini condotte dai carabinieri del Norm di Campi Salentina e della stazione di Squinzano. Indagini avviate dopo che lo stesso Liuzzi, uscito da pochi giorni dal carcere, era stato ferito in una sparatoria. Gli inquirenti hanno stabilito che che precedentemente all'aggressione armata, l'uomo era stato coinvolto in una violenta colluttazione con due pastori, in via Torchiarolo a Squinzano.
Questi ultimi, padre e figlio, avrebbero intralciato con il gregge di pecore il transito dell’uomo, che si trovava a bordo della sua auto. Dalle parole si sarebbe passati subito ai fatti. Secondo la ricostruzione degli eventi l'uomo sarebbe sceso dal veicolo e avrebbe colpito in testa i due. La vicinanza tra il luogo della rissa e quello della sparatoria, non hanno fatto escludere agli investigatori che i fatti potessero essere collegati. Il rinvio a giudizio è stato disposto dal gup Annalisa De Benedictis al termine dell’udienza preliminare che si è tenuta in mattinata. Ad assistere l’imputato l’avvocato Antonio Degli Atti, in sostituzione di Ladislao Massari.
LIUZZI LUCIANO-4Quello di Liuzzi è un nome noto alle cronache giudiziarie. Il 35enne, infatti, è stato condannato in abbreviato a 11 anni di reclusione perché ritenuto uno dei presunti esponenti della cosiddetta “banda della 166” dedita ai furti con spaccata. Un gruppo smantellato nel novembre del 2008 dagli uomini della squadra mobile di Lecce, all'epoca diretta da Annino Gargano, nel corso di un'operazione ribattezzata "Challenge", la sfida. Un nome particolarmente evocativo, quello scelto. Perché di questo si trattò: una vera e propria sfida ad alta velocità, a cavallo del leccese e del brindisino, con la polizia, i carabinieri, le pattuglie di vigilanza. Spesso intercettati, riuscivano a svanire, oltrepassando i 200 chilometri orari. A maggio scorso un nuovo arresto per tentato omicidio. Il 35enne, secondo l’ipotesi accusatoria, avrebbe esploso alcuni colpi di fucile ai danni di un barista, nei pressi della stazione di Squinzano.
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