rotate-mobile
Cronaca Acquarica del Capo

Investe l’ex della compagna e si difende: “Ho agito per rabbia. Volevo proteggere la mia famiglia”

Si è tenuto ieri l’interrogatorio di Antonio Basile, l’operaio arrestato quattro giorni fa per aver travolto col furgone il “rivale”. Il giudice ha convalidato i domiciliari, applicando anche il braccialetto elettronico

PRESICCE/ACQUARICA - Quel giorno aveva avuto l’ennesima discussione telefonica con l’ex marito della compagna che l’avrebbe invitato a presentarsi in casa dei suoi familiari per un confronto faccia a faccia. Così arrivato sul posto, ha visto “il rivale” sbraitare con le mani alzate contro lo zio e il padre, ha perso la lucidità e ha ingranato la marcia travolgendolo con il furgone.  

Si è difeso così Antonio Basile, operaio di 34 anni, residente a Ugento ma domiciliato a Presicce-Acquarica, dove quattro giorni fa si è verificato l’episodio che a lui è costato l’arresto per lesioni personali gravissime e alla vittima, l’amputazione dell’arto inferiore destro.

Lo ha fatto ieri nell’interrogatorio con il giudice Marcello Rizzo, durante il quale (assistito dagli avvocati Paolo Rizzo e Francesco Stocco) ha ammesso gli addebiti, spiegando di aver agito per rabbia nei riguardi dell’uomo, un vigile del fuoco di 38 anni, che avrebbe tormentato per anni la sua compagna e che riteneva pericoloso e violento, sapendo, oltretutto, fosse in possesso di un’arma. Una pistola, in effetti, era stata trovata dai carabinieri sul luogo del delitto, ma è risultata essere una scacciacani.  

All’esito del confronto, è stata convalidata la misura dei domiciliari, e applicato anche il braccialetto elettronico, perché il gesto è stato considerato comunque sproporzionato al presunto pericolo: Basile avrebbe potuto scendere dall’auto, tentare di riportare alla calma il 38enne - tanto più che lui stesso ha dichiarato di averlo visto con le mani alzate, senza notare la presenza dell’arma -  e poi eventualmente impedirgli con la forza di far male ai suoi parenti. Nell’ordinanza di convalida, si osserva inoltre come l’arrestato non si sia degnato di spostare il furgone dopo l’urto e che la vittima sia stata liberata solo dopo l’intervento dei vicini.

Insomma, per il giudice Rizzo, c’è il rischio che l’indagato possa commettere nuovamente reati simili, valutando si tratti di una persona incapace di mettere a freno i propri istinti violenti e dotata invece di un’indole aggressiva e istintiva.

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Investe l’ex della compagna e si difende: “Ho agito per rabbia. Volevo proteggere la mia famiglia”

LeccePrima è in caricamento