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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca Monteroni di Lecce

"Io, salvato da pompieri e 118, a tutti dico grazie"

Lucio Montedoro 63enne, architetto di Monteroni di Lecce, ha scelto le pagine del giornale on-line, per ringraziare tutti coloro i quali l'hanno soccorso, salvandolo dopo un grave incidente domestico

MONTERONI DI LECCE - Ha scelto le pagine del giornale on-line, per ringraziare tutti coloro i quali l'hanno soccorso e che, con la tempestività dell'intervento, hanno fatto in modo che avesse salva la vita. Lucio Montedoro 63enne, architetto di Monteroni, il 22 marzo scorso era stato ricoverato all'ospedale "Vito Fazzi" di Lecce a causa di un brutto incidente domestico. Tanto da essere sottoposto ad un intervento chirurgico e da restare ricoverato per qualche tempo, prima che i medici sciogliessero la prognosi.

Stava rivestendo la canna fumaria del camino con una rete di protezione contro gli uccelli, quando è precipitato dall'altezza di circa tre metri, finendo per restare travolto anche da alcuni calcinacci. Diverse le ferite al volto e anche un trauma cranico. Ha rischiato serie conseguenze, anche se la rapidità dei soccorsi ha condotto i medici, fin dai primi momenti del ricovero, a dichiararlo fuori dal pericolo di vita.

"Ora che sono in via di guarigione - scrive -, mi sento in dovere di rivolgere il mio pensiero a tutte quelle persone che sono accorse con immediatezza e che si sono prodigate per me. Mi riferisco all'unità operativa 118 di Copertino, ma sopratutto ai vigili del Fuoco di Lecce che hanno consentito, attraverso il loro intervento, un immediato soccorso al Vito Fazzi di Lecce". Per tutti un "grazie infinito". Compreso "agli operatori sanitari del Fazzi di Lecce che mi hanno avuto in cura. A conferma dell'importanza del ruolo che queste persone occupano, della loro grande professionalità e abnegazione nel svolgere il loro compito".

Un pensiero che abbiamo voluto pubblicare, perché nelle cronache emergono solo i casi in cui si evidenziano ritardi nei soccorsi o episodi di malasanità. Quando, invece, esiste una straordinarietà dell'ordinario che passa sotto silenzio, facendo quasi dimenticare quanto sia importante l'opera degli "angeli custodi" quotidiani.

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