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Giovedì, 18 Aprile 2024
Cronaca

Possesso ala ovest di Palazzo Giaconia, Istituto Antonacci resiste al Comune

Il consiglio di amministrazione ha incaricato l'avvocato Francesco Baldassarre di difendere le ragioni dell'ente in tutte le sedi

LECCE – L’Istituto Antonacci non intende restituire al Comune di Lecce l’ala ovest di Palazzo Giaconia (originariamente di proprietà della famiglia Carignani, da cui la prima denominazione), che l’amministrazione ha richiesto con una lettera datata 30 agosto.

Per questa ragione il consiglio di amministrazione ha dato mandato all’avvocato Francesco Baldassarre di tutelare in sede giudiziale e stragiudiziale l’ente che si occupa di assistenza di ciechi e ipovedenti, ma che da qualche anno ha anche avviato un’attività ricettiva di B&b recensita in tutti i motori di ricerca di settore. Il primo passo è un ricorso amministrativo contro la delibera che ha dato origine all'iter con cui la giunta Salvemini intende rientrare in possesso di quella parte dell’immobile che il Comune nel 1909 acquistò per enfiteusi dai proprietari, cedendone dieci anni dopo l’uso all’istituto.

Secondo l’ufficio legale di Palazzo Carafa sono scaduti, a norma di legge, i termini per la concessione senza che sia stata rinnovata la convenzione e senza che siano stati stipulati accordi di altro tipo. Nell’orientamento dell’amministrazione ha naturalmente influito la eco dell’iniziativa giudiziaria per presunta truffa in relazione all’utilizzo di alcuni fondi destinati ad attività di sostegno agli ipovedenti ma che sarebbero stati dirottati per la ristrutturazione di alcune camere.

Dal punto di vista dell’avvocato Baldassarre “dall’atto notarile del 26 luglio del 2012, citato dal Comune di Lecce nella missiva, si evince che soltanto due quote di una parte del complesso immobiliare sono state affrancate dal Comune in virtù di un precedente contratto di enfiteusi, per le restanti quote il Comune era obbligato a versare il canone ai proprietari originari; quindi la situazione della proprietà di questa parte dell’immobile è complessa, tant’è che l’intero immobile, ivi compresa la parte rivendicata dal Comune di Lecce, risulta catastalmente intestata all’istituto Anna Antonacci”.

Il legale ha poi evidenziato l’inadempienza del Comune – cioè delle amministrazioni che si sono succedute per diversi decenni – rispetto al versamento del contributo annuale previsto nell’accordo del 1919 ed equivalente alle mille e 500 lire di allora. Al di là delle questioni formali, i vertici dell’istituto – il presidente Maurizio Antico, coinvolto nell’inchiesta, è dimissionario e si proclama estraneo ai fatti contestati – sono preoccupati perché la parte rivendicata dal Comune comprende,  oltre ad alcune stanze, anche i locali adibiti a biblioteca e attività didattiche.  

Il cda parla di “atteggiamento autoritario” con il quale il Comune “sconfessa i rapporti di collaborazione instaurati tra i due enti, ricordando che l’istituto Anna Antonacci ha approvato recentemente di concerto con il Comune un protocollo d’intesa per la ristrutturazione e la valorizzazione de giardino cinquecentesco di Palazzo Giaconia per renderlo fruibile a tutti i visitatori, mettendo a disposizione del Comune e dell’intera collettività i suoi beni immobili attraverso il percorso delle mura urbiche”.

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