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Cronaca

L’allarme del procuratore generale Maruccia: “Il Covid-19, opportunità ghiotta per la mafia”

Preoccupante lo scenario descritto dal pg alla cerimonia dell’anno giudiziario: “Le organizzazioni criminali interessate all’acquisto di immobili e di aziende e attività in difficoltà economiche”

LECCE - Ogni crisi crea terreno fertile per le organizzazioni criminali. Le difficoltà economiche vissute dalle aziende a causa di stop e rallentamenti imposti per contrastare la diffusione del Covid-19 hanno rappresentato e continuano a rappresentare un’opportunità ghiotta per le mafie.

Lo scenario descritto dal procuratore generale (pg) Antonio Maruccia è allarmante: “I criminali non si espongono, oramai”. A ingaggiarli sono gli stessi privati per riscuotere crediti o far pressione sulla pubblica amministrazione per ottenere provvedimenti di favore, e i politici per ottenere sostegno elettorale.

Le infiltrazioni dunque avvengono senza ricorrere ad atti di violenza eclatanti, e non è dunque un caso, ha osservato il procuratore, che quest’anno non ci sia stato alcun omicidio di mafia.

Insomma, i sodalizi restano una amara realtà nel nostro distretto, continuano ad alimentarsi con i proventi del traffico degli stupefacenti, di tutti i tipi, per i quali resta alta la domanda di strati sociali sempre più estesi, investendo nel turismo, nei servizi di guardiania, in quelli di sicurezza delle attività economiche, nella ristorazione, nel gaming, nel commercio di idrocarburi, nello smaltimento dei rifiuti.

Lo raccontano le inchieste condotte dalla Direzione distrettuale antimafia (Dda), dalle quali emerge ancora una volta l’atteggiamento di come più candidati alle elezioni (rilevato anche alle amministrative del 2020) di rivolgersi agli esponenti della criminalità per avere sostegni. Secondo il pg a confermare questo quadro preoccupante, sarebbero le vicende che hanno interessato i comuni di Carmiano e Scorrano, sciolti per mafia nell’ultimo anno in esito ad accertamenti amministrativi scaturiti dalle indagini della Dda, e il recente caso su Squinzano.

Il procuratore ha così lanciato il suo appello alla pratica dei valori costituzionali, rivolgendosi anche alla stessa magistratura che ha visto offuscata la sua credibilità da recenti vicende giudiziarie.

Proprio nei giorni scorsi, è arrivato il verdetto nel processo di primo grado con una condanna a nove anni di reclusione per l’ex pubblico ministero Emilio Arnesano, accusato di aver svilito la funzione giudiziaria in cambio di prestazioni sessuali, posti di lavoro, battute di caccia, e giovedì, è stato eseguito l’arresto di Gianmarco Galiano, giudice civile presso la sezione Contenzioso del tribunale di Brindisi, accusato di aver ricevuto indebitamente somme di denaro, in cambio del buon esito delle cause risarcitorie.

“Ma deve esser chiaro a tutti che la stragrande maggioranza dei magistrati assolve per intero il proprio dovere e dimostra nella realtà di tutti i giorni di possedere le doti morali e professionali indispensabili per l’esercizio della nostra funzione”, ha precisato il procuratore, a conclusione del suo intervento.  

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