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Sabato, 20 Aprile 2024
Cronaca

L'analisi della Dia: la Scu tra vuoti di potere e nuovi interessi economici

Nella consueta relazione semestrale la Dia tratteggi alo status ella quarto amati pugliese, alla ricerca di nuovi leader. In palio, oltre al sempre redditizio mercato delle sostanze stupefacenti, anche usura, racket e soprattutto estorsioni, specie nei confronti di imprenditori operanti nel settore del turismo

LECCE – “Gli equilibri della criminalità organizzata leccese continuano ad apparire fortemente variabili ed in continua evoluzione. La quasi totalità dei gruppi criminali appaiono fortemente divisi e smembrati ed in cerca di un leader capace di ricompattare sotto un’unica regia molti sodali rimasto senza padrone e le numerose giovani leve che, ancora oggi, si lasciano trascinare e infatuare dall’illusione di arricchimenti facili e di notorietà criminale”. E’ quanto emerge dalla relazione, relativa al secondo semestre del 2014, della Direzione investigativa antimafia, che traccia la consueta analisi delle province salentine. Sembra dunque delinearsi una sorta di vuoto si potere, in cui le nuove leve cercano di conquistare il territorio, mentre la vecchia guardia non accetta la scalata al potere criminale delle nuove leve.

Mappa-3-4Nella relazione viene anche disegnata la geografia criminale dei clan operanti sul territorio: da Tornese a Rizzo, da Vernel a Padovano, Da Briganti a Coluccia. In palio, oltre al sempre redditizio mercato delle sostanze stupefacenti, anche usura, racket e soprattutto estorsioni, specie nei confronti di imprenditori operanti nel settore del turismo. Un giro d’affari di decine di migliaia di euro in cui i clan “attraverso il ricorse alle forme intimidatorie più disparate, anche nei confronti di pubblici amministratori e imprenditori, per accaparrarsi la titolarità, il controllo o la gestione delle attività  commerciali e di determinati servizi stagionali del litorale leccese che, soprattutto in estate, assicurano rilevanti provvidenze finanziarie”. Per “convincere” amministratori e imprenditori la criminalità ricorre, sempre più spesso, ad atti intimidatori, attaccando beni e inviando minacce.

“A tal proposito – si legge ancora nella relazione – non va sottaciuto il rischio che il Salento possa attrarre capitali illeciti, in particolare dalla Campania, da riciclare nello specifico settore attraverso l’acquisizione di ristoranti, bar e strutture ricettive. Non può escludersi quindi uno sconfinamento della camorra e la necessità di individuare equilibri di coesistenza con al realtà criminale locale”.

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