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Cronaca Otranto

“L’Approdo”, storia di un’opera “collettiva” dedicata all’umanità migrante

Tante le figure e gli enti che hanno collaborato alla realizzazione dell’opera contemporanea dalla Kater I Rades. Soddisfatti i rappresentanti istituzionali che rilanciano il ruolo strategico di Otranto come città dell’accoglienza

OTRANTO - Si è tenuta nella mattinata l’inaugurazione dell’opera monumentale tratta dalla Kater I Rades, ad opera dell’artista greco, Costas Varotsos. Il progetto, nato dall’idea dell’Istituto di culture mediterranee della Provincia di Lecce, dalla volontà di Klodiana Cuka dell’associazione umanitaria Integra Onlus e dai parenti delle vittime, ha trovato il sostegno dell’amministrazione comunale di Otranto e la determinazione della curatrice Giusi Giaracuni.

Un importante sostegno è giunto dalla Biennale dei giovani artisti dell'Europa e del Mediterraneo, in collaborazione con la cooperativa Artemisia, dalla Copeam, la Conferenza permanente dell’audiovisivo mediterraneo, con il patrocinio dell’Alto commissariato delle nazioni unite per i rifugiati, dell’Unesco, dell’organizzazione internazione per i migranti, del comitato italiano per i rifugiati.

Il progetto vuole diventare il punto di partenza per la nascita di un atelier internazionale dove creatività e migrazione si incontrino in un programma di residenze artistiche, laboratori, seminari, dibattiti capace di generare un’importante e fitta rete di relazioni e attività.

Fondamentale alla riuscita del progetto è stato il contributo della Regione Puglia, della Provincia di Lecce, del Comune di Otranto e di numerosi sostenitori privati che hanno concorso alla realizzazione dell’opera attraverso forniture e prestazioni gratuite. Dalla grande multinazionale del vetro, la Pilkinton che ha offerto dodici delle quasi venti tonnellate di vetro impiegate nell’opera, alla Cannone Group specializzata nella demolizioni navali che ha tagliato in due la motovedetta albanese per consentine il trasporto da Brindisi, dove era stata collocata dopo il recupero dalle profondità marine al porto di Otranto; alla Duriplastic che ha fornito gratuitamente i trattamenti necessari a preservare il relitto dall’aggressione della ruggine, alla1LAB che ha impegnato i suoi fabbri in chilometri di saldature, alla Vetro Design che ha tagliato e incollato oltre mille metri quadrati di vetro, ai carpentieri della Troso che hanno realizzato la piattaforma che ha accolto il relitto della Kater impiegando oltre quaranta metri cubi di cemento armato.

L’elenco potrebbe continuare, perché davvero, come ama dire Varotsos, si tratta di “un’opera collettivaAncora la Kater-2 e tanti sono stati i soggetti istituzionali, le imprese locali, gli artigiani e i comuni cittadini che hanno concorso per rendere possibile vincente questa sfida”.

I commenti   
“Crediamo sia giusto coltivare la memoria”. Con queste parole il sindaco di Otranto, Luciano Cariddi, ha spiegato il perché la città abbia voluto sposare il progetto “L’Approdo”: “Vogliamo – ha chiarito - che l’opera  realizzata dall’artista Costas Varotsos possa rappresentare un luogo e  un simbolo dedicato all’umanità migrante. Non dimentichiamo mai che anche il nostro Paese, ed in particolar modo il Meridione, è stato  interessato in passato dal fenomeno dell’emigrazione di massa verso Paesi esteri che ci hanno accolto”.

Gli fa eco l’assessore allo spettacolo, Salvatore Sindaco: “Abbiamo fortemente voluto questo progetto perché consapevoli  dell'importanza che esso ricopre e del significativo messaggio che  trasmetterà a quanti avranno modo di visitare la nave-monumento. Infatti, la Kater I Rades vuole essere un messaggio di speranza non solo per gli immigrati che giungono dall’altra sponda dell’Adriatico, ma per quanti, in qualsiasi parte del mondo, abbandonano la propria terra, i propri affetti, affrontando le peripezie di un viaggio pericoloso nella speranza di un futuro migliore per sé e per i propri cari”.

L’artista Costas Varotsos ha dichiarato: “La mia intenzione non è quella di collocare una mia opera ad Otranto ma di aiutare a trasformare dei sentimenti negativi in energia positiva, in energia vitale. Questa opera deve unire e ricordare i valori su cui si fonda l'Europa specialmente in questo momento difficile. Anzi proprio in questo momento di difficoltà è necessario guardare al futuro con positività. La nave era partita e doveva in qualsiasi modo arrivare alla meta nonostante le intemperie il vento il freddo che ha reso difficile la vita di quanti hanno lavorato sul porto di Otranto tra dicembre e gennaio. La cosa bella è stata scoprire che il viaggio è stato altrettanto importante o forse più, della stessa meta”.

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