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Sabato, 20 Aprile 2024
Cronaca Guagnano

L'assessore Cremis diffamato via web: denunciati in due

Guagnano: due imprenditori, fratello e sorella, titolari di un'attività, deferiti dai carabinieri: il messaggio diffuso dal loro computer. Il caso nell'ambito dell'inchiesta sul parco eolico mai nato

La torbida vicenda del parco eolico di Guagnano, mai nato dopo le rivelazioni pubbliche dell'ex assessore alle Attività produttive Rossano Cremis sui presunti abusi compiuti da alcuni amministratori e l'indagine che ne è scaturita, non finisce di macinare risvolti anche ora che il quadro sembra delinearsi con i recenti rinvii a giudizio dell'ex-sindaco Giuseppe Rizzo, dell'ex vice-sindaco Salvatore Guerrieri, dell'ex amministratore comunale all'Ambiente Oronzo Perrone e di due imprenditori, Luigi Ancora e Paolo Perrone (per i riferimenti sull'inchiesta, consultare i seguenti link: https://www.lecceprima.it/comune.asp?comune=35 e https://www.lecceprima.it/articolo.asp?articolo=4237).

Questa mattina, infatti, nel corso delle indagini sul caso, delegate al pubblico ministero Donatina Buffelli della Procura della Repubblica di Lecce, i carabinieri della stazione locale, dipendenti dalla compagnia di Campi Salentina, hanno denunciato a piede libero R.R., una donna di 38 anni residente a San Pietro Vernotico (in provincia di Brindisi), ed il fratello, L.R., di 30, giovane imprenditore di Guagnano, entrambi titolari di un locale pubblico che somministra bevande e cibi freddi presso il comune nord-salentino. A loro carico un'accusa di diffamazione proprio nei confronti dell'ex assessore Cremis, avvenuta attraverso Internet, e che in precedenza aveva esposto formale querela.

Tutta la vicenda s'inserisce nel quadro delle reciproche accuse fra Cremis e gli ex amministratori rinviati a giudizio sul caso del parco eolico, per il quale i carabinieri, insieme alla guardia di finanza di Lecce, hanno già consegnato un lungo rapporto all'autorità giudiziaria. Fratello e sorella, messi alle strette dopo alcuni accertamenti, hanno ammesso la loro responsabilità, ovvero quella di aver permesso l'uso di un computer che si trova nel locale per indirizzare attraverso il web un messaggio diffamatorio in forma anonima nei confronti di Cremis. Le indagini dei carabinieri ora proseguono per accertare il regolare possesso della documentazione riguardante la collocazione del computer nell'esercizio commerciale ed eventuali alte violazioni in materia penale.

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