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Cronaca

l'ombra di maxi-tangenti si staglia su via Brenta

Un informatore, durante la campaga elettorale, denunciò in un dettagliato esposto in Procura il tentativo di corruzione di un agente delle entrate e quello di un funzionario comunale sul nuovo plesso

Fra i mille filoni d'inchiesta che vedono al centro esponenti a diversi livelli di Palazzo Carafa, del mondo accademico e di diverse aziende più o meno vicine alla politica, per la prima volta spunta l'ombra delle tangenti. Finora questo termine, che in Italia evoca antichi fantasmi, non era ancora uscito dai meandri Procura leccese: dal sospetto di corruzione elettorale al presunto favoreggiamento di associazione mafiosa, passando dal possibile abuso d'ufficio, le diverse indagini che hanno inghiottito in un vortice molti volti eccellenti non avevano finora mai visto aleggiare (almeno apertamente) fra le altre cose, anche il sospetto di un giro di vaste somme illecite. Si tratta ovviamente di sospetti tutti da comprovare e che nascono da un esposto neanche tanto recente. Di nuovo, dunque, c'è proprio questa allusione alle tangenti.

I presunti casi di corruzione erano dunque già al vaglio della Procura già durante l'ultima, travagliata campagna elettorale di maggio scandita da accuse infuocate e denunce. E' in questo contesto che un "informatore", proveniente da una società leccese, ha fornito alcuni dettagli agli inquirenti. Particolari che iniziano quindi a venire alla luce soltanto adesso. Ma, ovviamente, si tratta di sospetti tutti da confermare. Il grande accusatore, che resta protetto dall'anonimato, ha dunque fatto apertamente allusione a due tangenti. Una, da centomila euro, che sarebbe dovuta entrare nelle tasche di un funzionario dell'agenzia delle entrate per chiudere un occhio (anzi, entrambi…) a seguito di una verifica contabile; l'altra, ben più grossa, da un milione di euro, da versare ad un amministratore comunale e riguardante il complesso di via Brenta, dove sorge il nuovo Tribunale civile.

Un modo per facilitare certe pratiche nell'ambito di un'operazione-affitti al Comune, con canoni da capogiro. Come già accaduto in altre circostanze (in primis il caso Iskenia), però, Mario De Cristofaro, già candidato sindaco con i Socialpopolari, denunciò i propositi, facendo - secondo l'informatore - naufragare l'operazione. Ma le dichiarazioni non si fermano certo qui e vanno molto più a fondo. E altre, scottanti rivelazioni rilasciate all'epoca, a partire da un certo perverso meccanismo di scatole cinesi, potrebbero già emergere nelle prossime ore. Ovviamente, tutte da prendere col beneficio del dubbio.

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